La Nuova Sardegna

Sassari

La Nuova Sardegna in sciopero, il comunicato del cdr

Due giorni di sciopero sono stati proclamati dai giornalisti per protestare contro l'iniziativa del gruppo di trasferire la sede legale del giornale a Roma. La Nuova Sardegna non è andata in edicola venerdì 26 e sabato 27 luglio

25 luglio 2013
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Centovent'anni meritano rispetto. Sempre e comunque. Il Cdr e l'assemblea dei giornalisti de La Nuova Sardegna contestano e denunciano con forza la scelta di ieri dell'editore e del consiglio d'amministrazione dell'Editoriale La Nuova Sardegna Spa di trasferire la sede legale della società a Roma, incorporare la stessa società editoriale nel gruppo di controllo Finegil-L'Espresso attraverso un percorso che si concluderà con la sconcertante retrocessione dell'Editoriale a semplice "divisione stampa". A questo colpo di mano del consiglio d'amministrazione i giornalisti de La Nuova rispondono con un no perentorio. Centovent'anni di storia non possono e non debbono essere barattati da nessuno, neanche dall'azionista di riferimento, con ennesime e presunte economie di scala. Leggi e codici potranno anche confermare che l'operazione messa in atto dal consiglio d'amministrazione è possibile e legittima, ma è proprio il rispetto della storia a motivare questa nostra protesta non solo formale ma sostanziale. Non è più ammissibile che l'ennesimo piano di razionalizzazione dei costi sia così sfacciato da trasformarsi in un colpo di spugna su quella che è stata, è e dovrà continuare a essere l'autonomia anche economica de La Nuova dal Gruppo editoriale Finegil-L'Espresso. Al gruppo il Cdr e l'Assemblea dei giornalisti ricordano quattro passaggi fondamentali prima e dopo l'acquisizione delle azioni, negli anni ottanta, dalla Sir Finanziaria in liquidazione. 1) La risoluzione del Consiglio regionale del 28 febbraio 1980 con cui l'acquirente si impegnava formalmente a rendere possibile - testuale - "la presenza di interessi isolani che vogliano operare correttamente nel campo dell’editoria"  anche questa clausola è sta poi disattesa con l'acquisizione in tempi successivi del controllo totale delle azioni dell'Editoriale da parte del Gruppo Finegil-L'Espresso. 2) Le assicurazioni più volte ribadite, anche nelle sedi istituzionali, da parte dei vertici del Gruppo e in particolare del suo presidente, ingegner Carlo De Benedetti, che a La Nuova, vista la specificità della Sardegna, sarebbe stata sempre garantita la piena autonomia non solo giornalistica ma anche economica. 3) Dal 1980 in poi gli utili ottenuti ogni anno da La Nuova Sardegna hanno contribuito in maniera significativa, nel 2013 il risultato finale d'esercizio ha superato i 5 milioni di euro, alla crescita del Gruppo L'Espresso anche in altre realtà editoriali, ma il tutto finora è sempre avvenuto nel pieno rispetto dell'autonomia finanziaria dell'Editoriale La Nuova Sardegna Spa. 4) Che la scelta d'incorporazione de La Nuova è stata assunta dal consiglio d'amministrazione nelle more di una trattativa sindacale relativa alla riorganizzazione e soprattutto al rilancio de La Nuova Sardegna nel panorama editoriale sardo, in cui tra l'altro il progetto di trasferimento della sede legale è stato annunciato dai vertici dell'azienda come un'ipotesi ma non ufficializzato secondo i dettami previsti dal Contratto nazionale di lavoro dei giornalisti sul mutamento dell'assetto societario.

Sono proprio il mancato rispetto da parte dell'Editoriale La Nuova Sardegna di questi quattro punti fondamentali a far dichiarare al Cdr e all'assemblea dei giornalisti de La Nuova, con il pieno sostegno della Federazione Nazionale della Stampa e dell'Associazione regionale della stampa, la loro ferma opposizione al trasferimento della sede legale da Sassari a Roma di cui gli effetti sono ora poco trasparenti anche nelle conseguenze sulla qualità dell'informazione. Ed è su questa netta presa di posizione che i giornalisti de La Nuova lanciano un appello alle istituzioni, ai parlamentari sardi, ai presidenti del Consiglio regionale e della Giunta, ai capigruppo dei partiti presenti nell'Assemblea della Sardegna, ai presidenti delle Province, ai sindacati e alle rappresentanze imprenditoriali, alle forze sociali, ma soprattutto ai lettori de La Nuova, perché si materializzi immediatamente un fronte comune per evitare questa operazione contabile che se non è uno scippo e comunque è un atto violento nei confronti della Sardegna, e in particolar modo rappresenta un evidente e brutale mancato rispetto dei centovent'anni gloriosi de La Nuova Sardegna, testata capace in passato di resistere con coraggio e orgoglio anche ai peggiori sistemi totalitaristi, e oggi pronta in qualunque momento a rivendicare la sua piena autonomia . Chiediamo dunque con urgenza al consiglio d'amministrazione di recedere da qualunque decisione relativa all'incorporazione dell'Editoriale La Nuova Sardegna in altre realtà societarie. E sin da ora il Cdr e l'Assemblea dei giornalisti si dichiarano insoddisfatti dai comunicati in cui l'azienda ribadirà concetti del tipo "nulla cambierà in futuro e a tutti i livelli nell'autonomia gestionale e professionale de La Nuova Sardegna", perché valori importanti come lo è appunto l'autonomia, i giornalisti già li difendono ogni giorno dentro e fuori le redazioni con il lavoro, l'attaccamento sempre dimostrato verso la testata e prima di tutto col rispetto nei confronti dei lettori fino a essere, i giornalisti stessi, quell'invalicabile muro capace di respingere qualunque attacco palese o strisciante a un caposaldo dell'informazione: l'indipendenza. Indipendenza che deve continuare a essere anche finanziaria e contabile, e oggi invece messa in discussione da questo inconcepibile e irrispettoso colpo di mano dell'azienda.

Per questi motivi oggi e domani i giornalisti de La Nuova Sardegna sono in sciopero e hanno affidato al Cdr un pacchetto di ulteriori otto giorni.

Il Cdr de La Nuova Sardegna

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