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Pasti per l’ospedale, la gara è da rifare

Luigi Soriga
Pasti per l’ospedale, la gara è da rifare

Il Tar ha accolto il ricorso della Sodexo: il Servizio Contratti dell’Asl ha commesso irregolarità nelle procedure

27 novembre 2014
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SASSARI. Mai gara d’appalto è stata così attesa dai pazienti dell’ospedale. Chi ha avuto la sfortuna di passare qualche giorno ricoverato nella sanità sassarese, avrà vissuto l’esperienza mistica dei pasti caldi serviti a pranzo e cena. La pessima qualità dei cibi è da un decennio una delle principali lamentele che si sentono in tutti i reparti. Così, visto che a metà giugno l’Asl numero 1 aveva, con lungo ritardo, espletato e aggiudicato la nuova gara d’appalto per l’assegnazione del servizio di ristorazione, la speranza di tutti è che finalmente il livello della gastronomia ospedaliera si innalzasse un tantino. Niente da fare: proprio ieri una sentenza del Tar ha raggelato ogni ottimismo.

Per adesso lo chef continuerà ad essere la Sodexo. Il tribunale ha accolto parzialmente il ricorso presentato dalla seconda classificata, che guardacaso è proprio la Sodexo, ma le contestazioni sono state sufficienti per decretare l’annullamento della gara. In pratica la vincitrice VivendaCocktail Service sembra avere tutte le carte in regola per gestire il servizio mensa in città, peccato però che il Servizio contratti, appalti e acquisti dell’Asl, a parere dei giudici, abbia combinato un bel pasticcio: in particolare sono state commesse una serie di irregolarità del definire il sorteggio per la nomina della commissione giudicante. Tanto che quel collegio è stato ritenuto illegittimo, e perciò anche le sue valutazioni e la sua graduatoria.

Insomma, alla fine la sentenza del Tar recita così: «Annullamento degli atti di nomina della Commissione e della attività da essa svolta, con caducazione dell’aggiudicazione e del contratto». E naturalmente spese legali a carico dell’Asl. La vicenda ha un altro risvolto interessante. Tra il 2011 e il 2012 il direttore generale dell’Asl Marcello Giannico (ora fresco di dimissioni) aveva fatto una serie di nomine esterne, molto dispendiose per le casse della sanità, che avevano sollevato un polverone. Tanto che due ex consiglieri regionali del Pd, Mario Bruno e Francesca Barracciu, avevano presentato una interrogazione in Consiglio per chiedere conto di queste scelte gestionali.

A Giannico venivano contestate le assunzioni a contratto di una serie di consulenti esterni, pagati profumatamente 80mila euro all’anno, attraverso conferimento diretto degli incarichi (ex articolo 15 septies). Tra queste new entry i due consiglieri regionali citavano anche la dirigente del settore, (85mila euro lordi), arruolata come responsabile del Servizio contratti e appalti. Il requisito per avvalersi di professionisti esterni doveva essere “particolare e comprovata qualificazione professionale”, e mancanza di personale interno sufficientemente competente per rivestire quel ruolo. L’ultima gara sulla ristorazione porta la sua firma.

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