La Nuova Sardegna

Sassari

Occupano casolare, denunciati

di Salvatore Santoni
Occupano casolare, denunciati

Mamma rom con figli al seguito cercava fortuna in Romangia, dovrà andar via

22 agosto 2015
3 MINUTI DI LETTURA





SORSO. Hanno lasciato il campo nomadi di Porto Torres per cercare fortuna in Romangia, a Sorso, dove hanno occupato abusivamente un’ex colonia a “Pedras de Fogu”, lungo la strada per Castelsardo. Ma per la fatiscente struttura, gestita da una coop sennorese, c’è in progetto una riqualificazione che non consente intoppi.

È la triste vicenda che vede protagonista una mamma rom con quattro minori al seguito. Ora la Onlus ha sporto denuncia e sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Sorso, che hanno identificato gli occupanti: nei prossimi giorni il fascicolo arriverà in Procura. Fino a pochi giorni fa, mamma Marina, viveva nel campo nomadi di Porto Torres, in una catapecchia con tante infiltrazioni e qualche topo di troppo. Perciò ha preso con sé i suoi figli e le poche cose che avevano, e ha tentato la fortuna in Romangia, nella struttura abbandonata.

«Quando siamo arrivati davanti allo stabile non ci è sembrato vero: cancello aperto e porta aperta. Siamo entrati e ho sistemati i piccoli nella prima stanza che ho trovato: cercavo un riparo per i miei figli», racconta la giovane donna. La fortuna non è stata dalla sua parte: ha fatto l’ambulante per qualche tempo, poi ha lavorato nei cantieri di forestazione del Comune di Porto Torres ma alla fine si è ritrovata con un pugno di mosche. Lei, 34enne, ha in carico 2 figli minorenni e altri 2 in affidamento: Samuel di 10 anni, Enza e Carlo di 15, e Chiara di 7. Con loro c’è anche Zorica, 60enne e amica per la pelle, che fatica a camminare a causa di un ginocchio malandato. A Pedras de Fogu sono sbarcati da tre notti - passate sul pavimento - dove sopravvivono senza corrente, acqua, cibo e medicine. L’edificio di 900 metri quadrati, incastonati in 1,5 ettari di terreno, oggi come ieri mostra i segni del tempo, e di un sostanziale abbandono.

Lo stabile, di proprietà della fondazione sorsense “Rifugio Catta”, è sotto la gestione della coop “L’Airone”, una Onlus di Sennori, che ha sottoscritto un regolare contratto d’affitto e si prepara a realizzare un ambizioso progetto di riqualificazione. L’obiettivo è creare una situazione che a regime potrà dare lavoro a una trentina di persone. Attività psicomotorie, serre per piante officinali, colonie estive e supporto alle disabilità: sono soltanto alcuni dei risvolti del lavoro della coop. «Per noi l’occupazione è un grosso problema, stiamo definendo il progetto di riqualificazione nel quale investiremo ingenti finanziamenti e a breve dovrebbero partire i lavori. È stato inquietante trovarci davanti all’occupazione della struttura. In ogni caso abbiamo comunicato la nostra posizione alle persone cercando di spiegare i nostri motivi», afferma il presidente de “L’Airone”, Gian Piero Tedde, che si è rivolto ai carabinieri , presso i quali ha depositato una denuncia. «Nel momento in cui il Comune ci darà via libera per il progetto cosa facciamo? È ovvio che vorremo che se ne andassero».

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative