«Basta beghe, uniti per uscire dal buio»
Sindaci e consiglieri regionali del nord ovest dell’isola guardano con preoccupazione a quello che sta accadendo a Sassari
SASSARI. La parola d’ordine è: non perdere tempo. L’invito: rafforzare l’impegno e - pur nelle diversità - sostenere un progetto unitario per salvare e rilanciare il nord ovest della Sardegna.
La crisi che attraversa il Comune di Sassari, mai come in questo momento, diventa il pretesto anche per cercare un momento di sintesi e ritrovare le credenziali utili per non perdere la partita decisiva che riguarda la città capoluogo ma anche tutto il territorio.
Mario Bruno è stato fino a poco tempo fa vice presidente del consiglio regionale e oggi è sindaco di Alghero, pienamente consapevole di ciò che sta accadendo nel Pd, a Sassari e non solo.
«Cosa dico? Basta con le prove di forza tra partiti e fazioni che indeboliscono tutto il territorio. È il momento di unire le forze e di dimostrare che siamo davvero classe dirigente. Vi è la necessità dell'attuazione di un progetto unitario e concreto per il nord-ovest della Sardegna. Consiglieri regionali, deputati, ci stiano accanto, facciano sentire la voce di Sassari nelle istituzioni». Bruno non esita a dire che il progetto è pronto. «Lo abbiano costruito, sindaci e sistema delle imprese. Siamo chiamati a rinnovare una intesa con la Regione fatta di azioni prioritarie per il nostro territorio». Ed ecco i dati concreti. «Dall'aeroporto in via di privatizzazione che ha necessità di scelte strategiche pubbliche sulle rotte e sui vettori, al rafforzamento strategico del porto, allo sblocco del progetto della chimica verde, dal ritorno della produttività di Surigheddu e Mamuntanas al rilancio dell'Università e della ricerca, in particolare nei settori innovativi, capaci di generare occupazione stabile, fino al rafforzamento del sistema sanitario ospedaliero e territoriale, alle scelte sui trasporti e sulle politiche turistiche. Cagliari è lontana come non mai. Non sarà l'area metropolitana, da sola, a rappresentare la panacea per i nostri mali. Molto dipende da noi».
Anche Franco Cuccureddu era consigliere regionale nell’ultima legislatura e oggi è sindaco di Castelsardo, un altro dei comuni inseriti nell’area vasta: «Sì, il momento è decisivo – afferma – ed è il più inopportuno per dividersi fra città, fra partiti e all’interno di essi. Servirebbero compattezza e leadership forti, istituzionali ed economiche che, purtroppo, non abbiamo. Mai come in questa legislatura il nord Sardegna è stato rappresentato in consiglio regionale. La rivendicazione della perfetta simmetria con Cagliari (territorio ex provinciale o area ristretta) è l'unica opzione possibile. C'è da augurarsi che le divisioni non facciano sfumare l'obiettivo di vedere confermata la scelta storica di una Sardegna organizzata su due grandi poli urbani, nord e sud. Se si perde questa battaglia, non ci saranno rivincite ne compensazioni che possano attenuare l'inevitabile declino dell'intero nord Sardegna».
Preoccupazione per la crisi che si registra al Comune di Sassari l’ha espressa anche Roberto Desini, l’unico in questo momento che nel territorio del nord Sardegna riveste la doppia veste di sindaco (di Sennori) e consigliere regionale. «Le crisi non si comandano, ma in questo momento è assolutamente inopportuna - dice Desini – considerata anche la drammatica situazione economico-sociale che sta vivendo il nord ovest della Sardegna».
E il consigliere regionale - che tra l’altro fa parte della maggioranza - sottolinea il ruolo fondamentale che deve rivestire Sassari sotto il profilo politico e istituzionale «tanto più che in questi giorni è in corso il dibattito sulla riforma degli enti locali (città-area metropolitana) e sulla riforma sanitaria; temi di estrema importanza le cui scelte possono condizionare il futuro del nostro territorio».
Desini lancia un invito al sindaco Nicola Sanna e al Pd «affinchè risolvano quanto prima la crisi perché i cittadini hanno necessità di avere riposte ai tanti problemi quotidiani». E le proposte? «Penso all’esempio che stiamo dando come comuni di Sorso e Sennori (di schieramenti politici diversi) con azioni congiunte, come l'ultima di un unico appalto per la pulizia dei fiumi che attraversano il territorio della Romangia. Ritengo che questo sia un modello da esportare».
Molto critico su ciò che sta accadendo a Sassari è Marco Tedde, in passato sindaco di Alghero e oggi consigliere regionale del territorio.
«Il bene dei cittadini non è neanche visibile sullo sfondo dello schermo del “Nintendo” del Pd – afferma – , la crisi è tutta legata a war games interni al Partito democratico, una sorta di videogioco politico che ha come fine solo il potere politico ed economico».
Tedde invita a non cercare scuse: «La responsabilità della crisi economica del sassarese non è da attribuire al Cagliari centrismo. Questo è solo un modo per sgravarci le coscienze. Credo, invece, che il nord ovest dell'isola sia affetto da una pesante sindrome di "sassari marginalismo", dovuta all'incapacità della classe politica di quest'area di muoversi compatta con azioni per la crescita e la tutela del territorio. La politica del capo di sotto fa il suo mestiere. Cosa che non sempre noi del capo di sopra facciamo. Le recenti vicende delle proposte di riforma del sistema degli enti locali (Cagliari Città Metropolitana) e della riorganizzazione della rete ospedaliera (hub cagliaritano preponderante rispetto a quello di Sassari) ne sono la riprova. Entrambe schiaffeggiano violentemente il nord ovest dell'isola che viene messo letteralmente "in castigo"».
©RIPRODUZIONE RISERVATA