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Violenza e lesioni al posto di blocco, carabiniere assolto

VALLEDORIA. Lui si sentiva un “perseguitato” dalle forze dell’ordine, sosteneva che i carabinieri lo fermassero con troppa frequenza e all’ennesimo posto di blocco si era rifiutato di fornire i...

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VALLEDORIA. Lui si sentiva un “perseguitato” dalle forze dell’ordine, sosteneva che i carabinieri lo fermassero con troppa frequenza e all’ennesimo posto di blocco si era rifiutato di fornire i documenti. Era ripartito a bordo della sua auto e – stando alla versione dei militari – aveva investito il carabiniere Gianni Meloni (il referto medico parlava di contusioni al braccio e alla gamba guarite in quattro giorni). Era ottobre del 2008. Un episodio, questo, che ha procurato qualche guaio al giovane – Pietro Foddis, 28 anni di Valledoria difeso dall’avvocato Sabina Useli – che due giorni fa è stato condannato a 4 mesi di reclusione (pena sospesa) per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

Ma a processo non era finito soltanto lui. Carabiniere e automobilista si erano infatti denunciati a vicenda. Perché due mesi dopo il fatto appena descritto, Foddis era stato nuovamente fermato da una pattuglia dei carabinieri, sempre a Valledoria e sempre dallo stesso appuntato Meloni. Pietro Foddis – così racconterà nella denuncia – sarebbe stato afferrato per un braccio dal militare che cercava di farlo scendere dalla macchina. Poi lo avrebbe acchiappato anche per un orecchio. Subito dopo il giovane era andato dal medico che aveva diagnosticato un «trauma distorsivo al polso sinistro, una algia post-traumatica del padiglione auricolare sinistro e una lieve contusione in sede frontale sinistra», lesioni dichiarate guaribili in cinque giorni. E così anche Meloni finisce sul banco degli imputati con le accuse di violenza privata e lesioni. Il carabiniere, assistito dall’avvocato Stefano Porcu, è stato assolto.

Ma non è finita qui. C’era anche un terzo imputato in questo processo, anche lui assistito dall’avvocato Useli. Si tratta di Ettore Foddis, padre del ragazzo. A suo carico c’era l’accusa di minacce. L’appuntato lo aveva denunciato perché sosteneva che l’uomo (in difesa del figlio) gli avesse un giorno rivolto queste parole: «Ci vedremo davanti al Tribunale, la pagherai cara Meloni». Ma secondo il giudice la frase non era una minaccia e infatti lo ha assolto. L’avvocato Useli ha annunciato che presenterà ricorso in Appello perché ritiene che anche Foddis figlio debba essere assolto. (na.co.)

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