La Nuova Sardegna

Sassari

Moda taroccata, il più grande sequestro di sempre in Sardegna: 174mila vestiti e accessori

di Andrea Massidda
Gli uomini della guardia di finanza di Sassari mostrano la merce «griffata»
Gli uomini della guardia di finanza di Sassari mostrano la merce «griffata»

Commercio abusivo di capi griffati: intercettato dalla guardia di finanza di Sassari un enorme carico di merce prodotta in Turchia e destinata ad ambulanti e negozi. Cinque denunce

05 novembre 2015
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SASSARI. I marchi più alla moda c’erano tutti: da Gucci ad Armani, da Burberry a Valentino, passando per Micheal Kors, Fendi, Louis Vuitton, Nike, Hogan e Ray-ban. Cento scatoloni con dentro camicie, maglioni, borse, portafogli, scarpe e occhiali da sole per un totale di 174mila “pezzi” tra capi d’abbigliamento e accessori. Tutta merce contraffatta (spesso assai bene) e destinata non soltanto alla vendita ambulante, ma anche a insospettabili boutique.

È il più ingente sequestro di prodotti taroccati mai avvenuto in Sardegna quello eseguito dal comando provinciale della Guardia di finanza di Sassari al termine di un’indagine partita inizialmente per contrastare il fenomeno del commercio abusivo nel nord dell’isola e poi improvvisamente allargatasi sino a tagliare le fila di una rete internazionale: il carico intercettato dagli agenti delle Fiamme gialle - che ceduto al dettaglio avrebbe fruttato circa 5 milioni di euro - veniva prodotto a Instabul, in Turchia, e poi spedito a Luton, a 53 chilometri da Londra, dove risiedeva il vertice dell’organizzazione criminale. Da lì infine arrivava a Milano per essere smistato in tutto il territorio nazionale.

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Una lunga filiera interrotta grazie all’abilità investigativa degli agenti della compagnia di Sassari guidati dal capitano Giovanni Lupi, che - per adesso - ha portato alla denuncia a piede libero di cinque cittadini: tre stranieri domiciliati a Sassari, Olbia e Castelsardo e due italiani, di Spoleto e Castelsardo. Le ipotesi di reato di cui potrebbero essere chiamati a rispondere sono commercializzazione di prodotto falso e ricettazione.

Le indagini avevano mosso i primi passi nell'agosto 2015, quando i finanzieri della compagnia di Sassari avevano fermato in una spiaggia di Alghero un venditore ambulante senegalese, trovato in possesso di numerosi articoli falsificati. Attraverso approfonditi controlli sui documenti di trasporto delle copie dei capi griffati, i militari sono riusciti a ricostruire l'intera filiera di approvvigionamento.

Le importazioni sospette sono state monitorate e seguite sino all'arrivo a Sassari, per poi essere intercettate prima che fossero messe in vendita in cinque negozi cittadini che avevano acquistato la merce contraffatta consapevolmente e con notevole risparmio rispetto ai costi dei capi originali.

Gli indumenti e gli accessori sequestrati, spesso così simili ai prodotti autentici da poter ingannare anche gli esperti in contraffazioni, viaggiavano con regolari certificati di autenticità, anche questi falsi. A Sassari è stato scoperto un laboratorio in cui venivano applicati i marchi e le etichette delle aziende di abbigliamento più prestigiose.

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