La Nuova Sardegna

Sassari

Emergency in campo per aiutare gli “ultimi”

di Antonio Meloni
Emergency in campo per aiutare gli “ultimi”

Aperto l’unico ambulatorio in Sardegna che si occupa di migranti e indigenti È ospitato nel palazzo Rosa dell’Asl con cui è stato siglato un protocollo d’intesa

02 marzo 2016
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SASSARI. C’è un fattore che distingue i paesi cosiddetti civili da quelli che non lo sono, l’aiuto incondizionato nei confronti di chi soffre, a prescindere dalla razza, dalla religione o dallo status giuridico. E’ con questo spirito che l’Azienda sanitaria locale ha concesso a Emergency un locale al quinto piano del Palazzo rosa, in via Monte Grappa, per allestire il primo ambulatorio di medicina generale della Sardegna rivolto a tutte quelle persone che, per ragioni diverse, non hanno l’accesso ai servizi sanitari di base.

Il protocollo d’intesa è stato siglato ieri, nella sala conferenze di via Catalocchino, dopo la presentazione alla stampa di questa bella iniziativa. Il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria locale, Agostino Sussarellu e l’omologo dell’Azienda ospedaliero-universitaria, Giuseppe Pintor, hanno incontrato Andrea Bellardinelli, responsabile nazionale del programma Italia di Emergency, affiancato da un folto gruppo di volontari, con i quali hanno varato ufficialmente un progetto di assistenza sanitaria di base destinato a fare da apripista. La presenza di Emergency a Sassari non è una novità assoluta, l’organizzazione di Gino Strada, infatti, è attiva almeno dal dicembre del 2012 quando è stato aperto il primo sportello di orientamento socio-sanitario in cui opera una squadra di mediatori culturali. L’avvio dell’ambulatorio di medicina di base, attivo da gennaio, è il secondo passo di un programma destinato a crescere perché, stando alle valutazioni degli analisti di settore, la massiccia ondata migratoria che da qualche tempo investe l’Europa, andrà avanti almeno per vent’anni.

Le prestazioni dell’ambulatorio di Emergency, garantite da una quindicina di medici volontari, sono subordinate al rilascio dei codici Stp e Eni, acronimi che stanno per “straniero temporaneamente presente” e “europeo non iscritto”.

Arrivano dal Senegal e dalla Romania, dalla Nigeria o da altri paesi dell’area africana, ma ci sono anche molti italiani, almeno il 7 per cento del totale. Che sia la miseria o la politica, l’indigenza o la malasorte, sono persone che hanno perso tutto e che scappano da situazioni impossibili. Un’età media fra i 18 e i 40 anni, soprattutto maschi, si rivolgono ai medici di Emergency per le prime necessità legate ai malanni più disparati, dal raffreddore all’influenza, dalla gastrite al diabete. Dall’apertura dell’ambulatorio, i volontari hanno fornito non meno di 400 prestazioni mentre quelle dello sportello, dal 2012, superano quota 5000. In molti casi si tratta di immigrati non regolari, ma non tutti si trovano in quella condizione e comunque – hanno tenuto a rimarcare i promotori dell’iniziativa – l’assistenza, la cura e il conforto non si negano a nessuno. Ulteriore riprova dell’importanza del programma, la presenza, alla sigla del protocollo, del funzionario della prefettura, Paola Bottero, del direttore del distretto sanitario Asl di Sassari, Nicolino Licheri, e di Daniela Porcu, amministratrice del programma Italia di Emergency. L’ambulatorio di medicina, allestito al quinto piano del Palazzo rosa, stanza 5, è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18. Per ulteriori informazioni si può mandare una mail a ambulatorio.sassari@emergency.it o telefonare al 345.3719597.

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