La domus di Orfeo regala nuove sorprese
Novità dai lavori di restauro: l’inizio di un nuovo mosaico policromo e parte di un vano non scavato
PORTO TORRES. L'inizio di un nuovo mosaico policromo parte di un vano non ancora scavato; la soglia coi fori per i cardini della porta d'ingresso alla stanza di Orfeo; ulteriori porzioni dell'immenso pavimento mosaicato appartenente all’ambiente con la vasca trilobata decorata con gli animali marini del Golfo dell'Asinara; diverse canalette che paiono essere parte di un complesso impianto idraulico pertinente alla stessa vasca, oltre a porzioni di pareti affrescate già rimesse in luce nel corso dello scavo di alcuni anni fa e protette allora con carta giapponese.
Non smette di regalare sorprese la domus di Orfeo, la più bella ed enigmatica tra le abitazioni dell'antica colonia Iulia Turris Libisonis.
L’intervento di Antonio Chessa, Tonino Sechi, Augusto Garau e Antonio Fiori, i tecnici del Centro di restauro di Li Punti guidati da Alba Canu che operano a stretto contatto con la sede operativa di Porto Torres della Soprintendenza ai Beni Archeologici diretta da Gabriella Gasperetti, è mirato alla pulizia delle muffe, al consolidamento di fratture e lacune, alla rimozione delle incrostazioni di calcare e di quanto grava sulle superfici decorate. Proprio quest'ultima attività sta regalando le maggiori sorprese: la pulizia del pavimento dell'area con vasca decorata e la contestuale rimozione dello strato di terra sottostante le protezioni posizionate nel 2011 al momento dell'apertura della domus al pubblico, stanno riportando alla luce - peraltro non ancora nella sua totalità: sarà lo scavo previsto nell'ambito dell'intervento finanziato con l'8‰ a farlo - un ambiente immenso, probabilmente un esterno, che pare dotato di un complesso impianto idraulico per far defluire le acque verso la canaletta di scarico immediatamente a nord dello stesso, ma non solo.
Nella zona sud dell'edificio, quella più prossima al Palazzo di Re Barbaro, l'asportazione della terra ha rimesso in luce due pilastri con pareti affrescate già scoperte e tutelate al tempo del primo intervento, ed una fila di lastre in marmo che delimita il passaggio ad altro vano, il cui mosaico presenta un motivo differente: un tappeto fatto di pelte, nodi di Salomone, fiori aperti a quattro petali in nero, rosso, bianco, bruno, motivi che andavano per la maggiore al tempo essendo presenti nei pavimenti di altre domus di Turris, incontrando il gusto dei cittadini più raffinati.
Infine, verso l'Orfeo, è spuntata fuori la soglia coi fori dei cardini della porta che, aprendosi all'interno, immette attraverso un gradino nell'ambiente decorato dal mosaico di Orfeo.
Emanuele Fancellu