Scontro mortale sulla Sassari-Alghero, il giudice rimette in libertà Emanuele Secci
Il caporal maggiore della Brigata Sassari coinvolto nell'incidente stradale che giovedì scorso è costato la vita di due donne e il ferimento di altre tre dovrà presentarsi due volte alla settimana alla caserma dei carabinieri di Olmedo
SASSARI. Rimesso il libertà Emanuele Secci, che dovrà comunque presentarsi due volte la settimana alla caserma dei carabinieri di Olmedo. Lo ha deciso oggi lunedì 25 luglio il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sassari, Antonello Spanu, che ha comunque convalidato l'arresto del caporal maggiore della Brigata Sassari, 36enne, che giovedì scorso, sulla quattro corsie Sassari- Alghero, ha travolto e ucciso due donne, ferme con l'auto in panne, ferendone altre tre.
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Emanuele Secci, che domenica è stato dimesso dall'ospedale Santissima Annunziata e consegnato ai domiciliari, assistito dagli avvocati Edoardo Morette e Andrea Delias, è comparso davanti al Gip per l'interrogatorio e la convalida del provvedimento. Il giudice - presente il pm Corinne Carrara - ha ritenuto che non esista più il pericolo di inquinamento delle prove, essendo stati sequestrati i due mezzi coinvolti nell'incidente, mentre per evitare il pericolo di fuga ha disposto per l'automobilista l'obbligo di firma il martedì e il giovedì.
«Volevo morire». Così Secci ha spiegato al giudice il motivo della sua fuga, dopo lo scontro. Ha riferito di ricordare pochissime cose dell'incidente. In particolare ha raccontato di aver preso in braccio la bambina ferita e di averla consegnata nelle mani di una signora che era accorsa sul posto per i primi soccorsi. «Adesso sono qui - ha aggiunto - e sono pronto a prendermi le mie responsabilità per quello che è successo, come ho sempre fatto nel corso della mia vita».