Non ci fu colpa medica, risarcimento negato
Un paziente aveva fatto causa all’Università per i danni subiti dopo un intervento all’addome
SASSARI. Nel 2005 aveva subito al Policlinico di Sassari (nel reparto di Chirurgia della grande obesità) un intervento di plastica all’addome con l’applicazione di una protesi. Una operazione che si era resa necessaria in seguito alla diagnosi di laparocele (un’ernia che può formarsi su una cicatrice dopo un intervento di chirurgia addominale) ricevuta dopo una visita ambulatoriale. Il paziente si era quindi dovuto sottoporre a una serie di interventi chirurgici a seguito dei quali – così sosteneva – erano subentrate tutta una serie di complicanze tra cui peritonite causata da un’infezione della protesi, perforazione del colon traverso, trombosi della vena giugulare, disturbi funzionali dell’intestino. Problemi che lo avevano reso invalido al 75% impedendogli di aiutare il proprio figlio nell’attività e, in sostanza, di esser costretto ad “accontentarsi” di lavorare come fattorino per una cooperativa. Per questo aveva deciso di fare causa all’Università di Sassari e di chiedere il risarcimento del danno subito.
A distanza di undici anni dai fatti è arrivato il verdetto del tribunale civile che ha rigettato le richieste del paziente. Con una serie di motivazioni che sono contenute nella sentenza. Nella ricostruzione dell’iter clinico il giudice fa riferimento alla consulenza tecnica «determinante ai fini della decisione». «Nel caso esaminato – si legge nella sentenza – è stata accertata la correttezza dell’iter diagnostico e terapeutico sia dal punto di vista della tecnica chirurgica adottata dai medici, che del tipo di materiale protesico impiantato, che della terapia farmacologica di supporto instaurata...». Il consulente dà atto dell’insorgenza – a distanza di diversi giorni dall’intervento chirurgico – «di un’infezione a carico della protesi impiantata». E quindi della necessità di nuovi ricoveri e nuovi interventi. Ma «ha escluso ogni particolare difficoltà all’intervento di plastica addominale e ha affermato che le condizioni del paziente al suo primo ingresso nel reparto non evidenziavano controindicazioni all’esecuzione dell’intervento». In sintesi il consulente «ha ritenuto condivisibile la scelta dei medici di eseguire quel tipo di intervento. Scelte rispondenti ai criteri della più doverosa prudenza o diligenza dell’arte medica e in linea con la letteratura scientifica del settore».