La Nuova Sardegna

Sassari

Autunno in Barbagia, un business da otto milioni di euro

di Alessandro Pirina
Autunno in Barbagia, un business da otto milioni di euro

I vent’anni delle Cortes apertas: nei 28 Comuni 450mila visitatori a stagione

02 ottobre 2016
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SASSARI. C’è una parte di Sardegna che è riuscita ad andare oltre l’estate, ha saputo creare un brand capace di fare grandi numeri anche senza aprire gli ombrelloni e stendere i teli da mare. Da vent’anni “Autunno in Barbagia” è il fiore all’occhiello dell’isola che prova a vivere oltre i mesi caldi. Se n’è accorta anche la Regione che l’ha inserita tra i grandi eventi insieme a Sant’Efisio e ai Candelieri. E qualche settimana fa anche la stampa Usa le ha dato risalto. Il Wall Street Journal, dopo aver inserito le spiagge sarde tra le quattro mete autunnali migliori al mondo, ha indicato proprio le Cortes apertas come l’evento più importante dell’isola da settembre a dicembre.

Ventotto comuni. L’iniziativa, firmata dalla Camera di commercio di Nuoro, coinvolge oggi 28 comuni di tutta la Barbagia, da Aritzo a Tonara. Ventotto paesi che a turno, per 16 settimane, aprono i cortili delle loro case e accompagnano i visitatori alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche e artistiche sarde. Un percorso che quest’anno è cominciato a Bitti il 2 settembre e si concluderà a Orune il 18 dicembre.

Grandi numeri. Nel weekend in corso gli appuntamenti sono a Lula e Tonara. Ogni anno la kermesse dell’identità barbaricina mette insieme cifre a più zeri. «La passata edizione – dice il presidente della Camera di commercio di Nuoro, Agostino Cicalò – abbiamo stimato la presenza di 450mila persone in 15 settimane. Le Cortes più frequentate sono Oliena e Mamoiada, che raggiungono anche 40mila presenze, ma in media ogni puntata della manifestazione non raccoglie meno di 10-15mila visitatori».

Fatturati a sei zeri. Grandi numeri che inevitabilmente si traducono in grandi fatturati. «Autunno in Barbagia coinvolge più o meno 2mila attività e imprese – dice ancora Cicalò –. Tra ristorazione, pernottamento e vendita dei prodotti abbiamo stimato un fatturato di circa 8 milioni di euro. Una cifra che non misura altri ricavi, quali per esempio quelli del servizio dei pullman che portano i visitatori in Barbagia. Il tutto a fronte di un investimento di soli 350mila euro e di 120mila della Regione. La Camera di commercio si occupa della comunicazione, non organizza i singoli eventi. I veri attori sono le comunità locali, le pro loco, le associazioni di volontariato».

Un lavoro di 9 mesi. I comuni sono impegnati nella preparazione di Autunno in Barbagia per quasi tutto l’anno. Appena finisce un’edizione già a gennaio le amministrazioni, le pro loco, le associazioni si ritrovano intorno a un tavolo per cominciare a pensare all’edizione successiva. «Dietro ogni tappa c’è tanto lavoro – spiega Cicalò –. Parliamo di date che fanno anche 40mila presenze, con una media di 15mila. La macchina organizzativa deve mettersi in moto con largo anticipo, anche se poi tutto si esaurisce in due giorni. Ma in quelle 48 ore si fanno incassi pari a quelli di un mese e mezzo».

Turismo locale. Tra i visitatori delle Cortes a fare la parte del leone sono i sardi, ma nelle prime date di fine estate si contano anche numerosi turisti, perlopiù stranieri. «A settembre la presenza turistica si aggira tra il 15 e il 20 per cento – afferma Cicalò –. A ottobre tanti tedeschi e svizzeri. Ovviamente a novembre la musica cambia, perché la Sardegna è meno collegata e le presenze si riducono. E inevitabilmente crescono i locali. Che sono comunque il valore aggiunto di questa manifestazione. C’è chi dice che questo è un evento solo per i sardi. Io dico: meno male, se non lo apprezzassero i sardi, non lo potrebbero fare neanche gli altri. Ci accusano sempre di essere disuniti, invece la vera forza di Autunno in Barbagia è che non puoi farlo da solo. Il singolo comune si organizza la festa e tutto finisce lì, qui parliamo tutti e 28 con una comunicazione unica».

Criticità. Sull’Autunno barbaricino si addensa anche qualche piccola nube. Criticità che rischiano di ingolfare la macchina quasi perfetta. «Di cose da fare ce ne sono tante. Diverse realtà stanno crescendo, ma sui servizi non sempre si organizzano come dovrebbero. E poi c’è il problema degli abusivi. Una questione che stiamo affrontando anche con la Asl: c’è qualche frangia di espositori che si improvvisa venditore, ma sulle regole igienico-sanitarie non si può derogare».

Modello esportabile. Al di là di qualche criticità Autunno in Barbagia funziona. Tanto che sono diversi i comuni che bussano alla porta della Camera di commercio nuorese. «Il mio auspicio è che di queste manifestazioni in Sardegna ce ne siano il più possibile – conclude Cicalò –. Quanto più l’isola offre occasioni di questo genere più avrà la possibilità di essere meno isolata. Autunno in Barbagia da sola non ce la fa a far crescere i collegamenti in bassa stagione, ma l’aumento dell’offerta potrebbe spingere i vettori a investire anche nei mesi meno caldi».

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