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Sassari, l'addio a Sandro Agnesa: dal Caffè di via Roma a Palazzo Ducale

Sassari, l'addio a Sandro Agnesa: dal Caffè di via Roma a Palazzo Ducale

È morto a 83 anni il proprietario del mitico locale del centro, per 20 anni protagonista in Comune

23 febbraio 2017
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SASSARI. «Sono stato l’unico imprenditore di questa città che si è impoverito facendo l’amministratore. Però mi sono divertito da morire, e se potessi, rifarei tutto daccapo». Parole di Sandro Agnesa erede del mitico Caffè Agnesa, in via Roma, casualmente prestato alla politica, che per ben cinque legislature, dal 1969 al 1989, scombussolò la vita di Palazzo Ducale, prima come oppositore e poi come uno degli attori principali. Lunedì sera, a 83 anni, è scomparso. Mercoledì al cimitero l’ultimo saluto.

Con Agnesa va via un pezzo della storia cittadina. Nato a Santa Chiara, dalle parti del Duomo, figlio di Nicolino Agnesa che, dopo un lungo apprendistato nella pasticceria Andri, aveva aperto per suo conto il Caffè Roma, in piazza Azuni, e poi in via Roma, dove il «Caffè Agnesa» e la sua mitica sala degli specchi diventa luogo di riferimento per generazioni di sassaresi.

Sandro cresce, frequenta la scuole elementari di San Giuseppe, col celebre maestro Fogu e, dopo la guerra, la scuola media 1, col severissimo preside Pasquale Scanu, algherese e poeta. Poi il liceo scientifico a Porta Nuova. Negli anni Cinquanta la maturità, poi il militare in Cavalleria. Infine Scienze Politiche a Bologna, ma solo per alcuni anni: la madre si ammala e lui deve prendere il suo posto nell’amministrare il bar di famiglia.

Agli inizi degli anni 60 comincia l’attività di amministratore, ma partendo dallo sport, con la squadra di basket della Dinamo, nata da poco, che già si ritrova in serie C. Nel ’64 entra nell’orbita del partito liberale, che lo candida al Comune. A 31 anni risulta il primo dei non eletti per poi subentrare in consiglio. Agli inizi degli anni 70, i rapporti con il partito liberale si deteriorarono a causa dell’arrivo del petrolchimico a Porto Torres. Il giovane consigliere non esita a lanciarsi in attacchi durissimi contro la Sir, i Liberali non gradiscono. Inizia l’avvicinamento al Pci, che si concretizzò nella partecipazione alle elezioni successive come indipendente. Vince Fausto Fadda. Agnesa diventa un assessore di peso. Poi il lavoro con il sindaco Meloni e successivamente gli scontri con Montresori e Rizzu. Nell’89 rompe con il Pci e si dimette dal consiglio.

Passando alla vice presidenza del Coreco. In aula gli subentra l’allora giovanissimo Nicola Sanna, che così oggi lo ricorda: «Persona affabile e conoscitore delle problematiche della città e dei cittadini, partecipe del rinnovamento della politica da un punto di vista del tutto originale, come amava definirsi lui, di comunista liberale. Fu grazie alle sue dimissioni, sicuramente sofferte, anche vista la passione che poneva nella sua attività di amministratore pubblico che, a 27 anni, iniziò la mia attività all'interno di Palazzo Ducale». (g.bua)

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