La Nuova Sardegna

Sassari

Camorra, risolto omicidio del 1992 

Scoperti i responsabili del delitto di Vincenzo Feola, uno è in carcere a Bancali

31 maggio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Un delitto di camorra risolto dopo 25 anni. Magistrati antimafia e carabinieri sono venuti a capo dell’omicidio di Vincenzo Feola, l’imprenditore ucciso dai sicari del clan dei Casalesi il 21 ottobre del 1992 nella propria azienda di calcestruzzi di San Nicola la Strada, comune confinante con Caserta. Un cold case per il quale ieri quattro persone sono state raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli. Una è stata notificata anche nel carcere di Bancali a Sassari dove è detenuto in 41bis Francesco Schiavone, noto come “Cicciariello”, cugino del capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone, e poi Francesco Bidognetti, alias “Cicciotto” e “Mezzanotte”. I due esponenti apicali del clan sono ritenuti i mandanti del delitto. In carcere sono poi finiti anche gli «specchiettisti», coloro che aiutarono i killer ad entrare in azione: Andrea Cusano di 60 anni, catturato a Cantù (Como), e Ettore De Angelis di 53, arrestato a Santa Maria a Vico (Caserta). La Dda di Napoli (pm Annamaria Lucchetta) e i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta hanno anche ricostruito l’identità dei sicari grazie alle dichiarazioni proprio di uno dei due killer, Nicola Panaro, oggi collaboratore di giustizia; questi ha indicato come altro esecutore materiale Michele Iovine, ucciso nel 2008 a Casagiove nel periodo in cui era il referente dei Casalesi nella città di Caserta. Due anni fa Panaro, poco dopo essersi pentito, ha iniziato a raccontare del delitto, seguito poi da altri due ex esponenti di rilievo del clan capeggiato da Francesco “Sandokan” Schiavone, ovvero Cipriano D’Alessandro e Giuseppe Misso. L’omicidio - è emerso - fu ordinato perché Feola aveva deciso di uscire dal Cedic, il Consorzio formato dalle aziende di calcestruzzo e creato da Antonio Bardellino e Carmine Schiavone, quest’ultimo cugino di “Sandokan” e primo pentito dei Casalesi (morto qualche anno fa), che in provincia di Caserta aveva il monopolio della fornitura del materiale per l'edilizia e gestiva tutti gli appalti edili.
In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative