La Nuova Sardegna

Sassari

Orrori rivelati da un amico del neurologo

Orrori rivelati da un amico del neurologo

Fu il racconto di un collaboratore a far scattare l’inchiesta: «Dore schiaffeggiò un’anziana»

31 gennaio 2018
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SASSARI. «Quando ho visto Dore fare le occhiaie rosse a una paziente a suon di schiaffi non ce l’ho fatta più. In alcuni casi lui rideva, si divertiva». È questa l’origine dell’inchiesta, ossia le parole choc di Davide Casu, ex agente di commercio di Ittiri, amico di vecchia data del neurologo Dore, diventato “supertestimone”.

Il supertestimone. Fu lui, col suo racconto – poi riscontrato dalla Procura – a squarciare il velo sui presunti orrori del «metodo Dore». Casu, in virtù delle sue confessioni e come braccio destro del neurologo nella creazione dell’associazione “Aion onlus”, ha patteggiato un anno e 10 mesi con la sospensione della pena. Il “Messia”. Ieri in aula è stata sentita come teste sua sorella: «Mio fratello Davide mi parlava di una terapia basata sulla violenza. All’inizio credeva moltissimo in Dore, aveva la sua immagine nel display del telefono, lo considerava un Messia. Poi lo vide schiaffeggiare una paziente che non parlava...a tal punto che lei alla fine urlò. E Dore disse: “Vedi che parla!”». Fu quell’episodio a segnare la svolta.

Gli arresti. L’inchiesta dell’agosto 2012 portò anche a 15 clamorosi arresti. «Avevano allestito appartamenti-lager a Ittiri dove torturavano, picchiavano e sottoponevano a maltrattamenti fisici e psichici i malati di Alzheimer, talvolta con la complicità dei familiari dei pazienti, secondo i dettami di una terapia basata su grossolane nozioni di anatomia e perfino sulla Kabbalah». Così gli investigatori avevano motivato gli arresti in carcere dei neurologi Giuseppe Dore e Marinella D’Onofrio, dei loro collaboratori Salvatore Fadda e Maria Giuseppa Irde e della parente di un paziente, Ornella Bombardieri. Altri dieci erano stati mandati ai domiciliari.

Il ruolo dell’Asl. In un secondo momento nell’inchiesta erano finiti anche l’allora manager dell’Asl Marcello Giannico e il direttore sanitario Nicolò Licheri, accusati di abuso d’ufficio per aver ceduto in comodato d’uso un’ala dell’ex ospedale di Ittiri che avrebbe consentito a Dore e ai suoi collaboratori di portare avanti le attività legate alla Psiconeuroanalisi. Stessa imputazione per il vicepresidente del consiglio regionale Antonello Peru. La sua posizione, però, si è alleggerita all’esito dell’udienza preliminare. Peru (assistito dagli avvocati Luigi Esposito e Marco Enrico) è infatti l’unico degli imputati a esser stato prosciolto dalle pesanti accuse di maltrattamenti, lesioni e sequestro di persona. (na.co.)

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