La Nuova Sardegna

Sassari

Rapinatore incastrato dal Dna sei anni dopo un colpo a Thiesi

di Luca Fiori
Rapinatore incastrato dal Dna sei anni dopo un colpo a Thiesi

A maggio del 2012 due uomini mascherati avevano aggredito una 85enne all’interno della sua casa Gli accertamenti del Ris di Cagliari hanno permesso di risalire a uno dei due malviventi: è un 28enne

27 aprile 2018
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THIESI. Maria Pilichi era rimasta immobile e dolorante sul suo letto per un’intera notte con due costole rotte, così come le avevano ordinato i suoi aggressori. La sera del 7 maggio di sei anni fa la donna, che all’epoca aveva 85 anni, era rimasta vittima di una brutale aggressione all’interno della sua abitazione di Thiesi e solo la mattina successiva aveva trovato le forze per dare l’allarme quando una vicina di casa era andata a trovarla.

Durante la colluttazione con i due malviventi - che erano entrati mascherati nella sua abitazione - l’anziana vedova era riuscita a graffiare la mano di uno dei rapinatori. Quelle tracce biologiche “repertate” poche ore dopo dagli investigatori dell’Arma, sei anni dopo hanno portato alla soluzione del caso. La comparazione del Dna rintracciato il 7 maggio del 2012 dagli esperti della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale di Sassari nell’abitazione di Thiesi con i profili della “banca dati del Dna” ha consentito agli investigatori del Ris di Cagliari di acquisire una prova determinante nei confronti di Dario Sotgiu, disoccupato di Ittiri di 28 anni. I giorni scorsi la Procura della Repubblica di Sassari ha emesso nei suoi confronti un avviso di chiusura indagini. Indagini che proseguono invece per assicurare alla giustizia anche il secondo rapinatore. La brutale aggressione era avvenuta all’interno della casa della vittima, che viveva sola, in via Bellini, nel centro di Thiesi. «Non ti muovere» le avevano detto i due rapinatori dopo averla immobilizzata nel cuore della notte e picchiata fino a romperle due costole. E lei terrorizzata e reggendosi a malapena in piedi, non aveva potuto che obbedire. Nel frattempo i due le avevano messo sottosopra la casa e poi erano fuggiti con un misero bottino di 400 euro. L’anziana non si era mossa dal letto fino alla mattina successiva, quando una vicina l’aveva trovata terrorizzata e dolorante e aveva chiamato carabinieri e 118. Ai militari, dal letto dell’ospedale di Ozieri in cui era stata ricoverata, aveva raccontato la notte di terrore che era stata costretta a vivere. Due persone col volto coperto da passamontagna erano entrate in casa attraverso una finestra mentre lei dormiva. Un rumore l’aveva svegliata e quando si era alzata per andare a controllare se era trovata faccia a faccia con i malviventi. Non aveva fatto in tempo a chiedere aiuto, perché i due l’avevano bloccata e colpita con violenza, mentre lei nel tentativo di difendersi era riuscita a graffiare uno dei due balordi. I due l’avevano poi trascinata verso la camera e costretta a sdraiarsi. Dolorante e in preda alla paura era rimasta lì in attesa di aiuto. Le indagini non si erano mai fermate e anche a distanza di sei anni la giustizia ha fatto il suo corso.



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