La Nuova Sardegna

Sassari

Bono fa il conto dei danni: «Ci ha salvato il canalone»

di Barbara Mastino
Bono fa il conto dei danni: «Ci ha salvato il canalone»

Il sindaco: il paese ha rischiato di essere sommerso. Pigliaru: vi aiuteremo  Disastrate case e campagne, la giunta delibera lo stato di calamità naturale 

26 agosto 2018
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BONO. Proclamato lo stato di calamità naturale a Bono, colpito venerdì da un violento temporale che ha causato ingenti danni nel centro urbano e nelle campagne. Ieri sera la giunta comunale si è riunita per deliberare lo stato di calamità, passaggio cruciale nell’iter che consentirà al paese di ricevere finanziamenti straordinari per la ricostruzione. I fondi arriveranno, come ha assicurato già ieri al sindaco Elio Mulas il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessora all’Ambiente Donatella Spano, che hanno contattato telefonicamente il primo cittadino per manifestare la vicinanza della Regione alla comunità bonese e anche per assicurare un concreto sostegno.

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La Regione ha già avviato le procedure per chiedere lo stato di emergenza e per questo motivo il presidente e l’assessore hanno invitato l’amministrazione comunale a procedere, oltre che con la delibera di giunta, con la raccolta delle segnalazioni e delle stime dei danni. Danni che, come emerso già ieri, sono ingenti e riguardano case e campagne, automobili e altri mezzi, proprietà private e pubbliche. Sono tante le criticità da affrontare: la prima riguarda il canalone dove sono confluiti il fango e i detriti franati dal costone del passo di Buccaidu e che poi, dopo averlo riempito, si sono riversati sulla strada con un impeto devastante. «Il canalone ha salvato il paese – dice il sindaco Elio Mulas – perché non oso immaginare cosa sarebbe successo se quella enorme quantità di detriti e fango fosse piombata direttamente su case e strade. Già da venerdì abbiamo avviato le procedure di svuotamento e ieri, anche con l’ausilio di un mini scavatore, le abbiamo proseguite. Per completarle è però necessario che il fango si asciughi».

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La massa di detriti tracimata dal canalone ha completamente distrutto due automobili e ha fatto crollare il muro di una casa: la situazione sembra sotto controllo, ma è stato messo sotto osservazione il muro divisorio tra due abitazioni che si teme possa non essere più strutturalmente stabile. Inoltre l’acqua che ha debordato tutta insieme e in un unico punto, a Santu Matteu, ha riversato detriti di legname e rocce delle dimensioni di automobili, che devono essere rimosse. Oltre a queste, sono tante le situazioni gravi, e la richiesta di stato di calamità dovrà tenere conto delle emergenze.

Le più gravi sono tre: la strada che porta a Monte Rasu, dove si è riversata una quantità di pietre tale da raggiungere il metro di altezza e una fontanella è stata trascinata via per un chilometro, qui serve subito un intervento di messa in sicurezza. La seconda emergenza riguarda una strada nella zona del cimitero, che è stata chiusa perché poggia su una base che è stata completamente erosa: la strada porta a una casa privata e la famiglia che ci abita sarebbe completamente isolata se non fosse per un’altra via di accesso che però comporta un tragitto di circa quattro chilometri, a fronte dei cinquecento metri di quella ora chiusa. La terza è quella delle acque bianche tracimate verso l’uliveto e il palazzetto dello sport e che piene di fango hanno allagato le case a valle, lo stesso palazzetto e i campi da tennis provocando anche il questo caso gravi danni.
 

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