La Nuova Sardegna

Sassari

Scatta l’allarme Ebola ma è un’esercitazione

Sabato Aou, Assl-Ats e Areus hanno simulato la gestione di un’emergenza Nel 2015 un infermiere tornato dalla Sierra Leone sviluppò il virus in città

28 ottobre 2019
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SASSARI . Una telefonata alla Prefettura da parte dell'Unità di crisi locale per la gestione dell'emergenza che segnala la presenza di un presunto caso di Ebola a Sassari. Un'ambulanza arriva nell'area della “camera calda” di Malattie Infettive con a bordo un paziente all'interno di una speciale barella isolata dall'esterno. Attorno all'area ospedaliera, si dispone un cordone sanitario a delimitare gli accessi e garantire la sicurezza.

È iniziata così, alle ore 8 di sabato mattina, l'esercitazione per il “trasporto di paziente in biocontenimento dal domicilio al reparto di Malattie infettive”. Un vero e proprio schieramento di forze che ha visto impegnate, in sinergia tra loro, l'Assl Sassari-Ats Sardegna, l'Aou di Sassari e l'Areus con le ambulanze del sistema 118.

Due ambulanze del 118, partite dal domicilio del paziente, sono arrivate di prima mattina davanti all'ingresso di Malattie infettive. A bordo operatori sanitari, gli addetti alla sanificazione e, soprattutto, il paziente a rischio biologico, posizionato su una barella isolata dall'esterno. Deve essere portato al terzo piano del reparto dove si trovano le camere di isolamento. Il personale coordinato dalla Direzione medica di presidio, dal Servizio Gestione del rischio, dal Servizio di Prevenzione e sicurezza, dal Dipartimento infermieristico e dall'Ufficio tecnico dell'Aou, intanto, ha già sgomberato le stanze del terzo piano e isolato l'intero percorso sino alle camere di isolamento. All'ingresso dell'edificio, il personale di vigilanza ha predisposto un cordone sanitario per consentire l'accesso al solo personale di servizio e il passaggio delle ambulanze scortate da una pattuglia in motocicletta della polizia locale del Comune di Sassari. All'ingresso di Malattie infettive il percorso è stato tracciato, così da consentire il rapido spostamento, senza sbagli, sino alla stanza d'isolamento. Il paziente viene adagiato sul letto, viene prelevato del sangue e le fiale inserite in contenitori speciali per essere inviati al Laboratorio analisi di via Monte Grappa e spediti al centro di riferimento nazionale. C'è, infatti, un volo dell'Aeronautica militare pronto a partire, allertato dalla Prefettura di Sassari. Gli operatori seguono le procedure per l'uscita dalla stanza del paziente. I medici e gli infermieri del reparto si svestono all'uscita della stanza dove vengono anche sottoposti a sanificazione, quelli del 118 raggiungono l'area della svestizione, dove si sottopongono a sanificazione. La barella, vuota, segue il percorso inverso e, dopo essere stata caricata sull'ambulanza, raggiunge il luogo predisposto per la sanificazione, a San Camillo. È qui che il test si conclude.

«Siamo molto contenti di questa esercitazione – afferma il professor Sergio Babudieri, direttore della struttura complessa di Malattie infettive – perché il significato era quello di fare emergere eventuali criticità e disallineamenti tra le tre aziende. Due volte al mese le nostre equipe si esercitano nella vestizione, svestizione e ingresso nelle camere ad alto biocontenimento». «Le esercitazioni sono sempre utili e devono essere ripetute più volte – afferma il direttore sanitario dell'Areus Piero Delogu –. Questa di oggi, fatta in collaborazione con l'Igiene pubblica dell'Ats Sardegna e le Malattie infettive dell'Aou e il nostro servizio 118, ha testato le problematiche nella gestione dei pazienti ad alto rischio infettivo».

«Abbiamo scelto di fare questa esercitazione, con un ipotetico caso di Ebola, perché recentemente – afferma Marco Mannazzu dirigente medico di Malattie infettive – c'è stato un allerta ministeriale per una nuova epidemia che si è sviluppata in Congo. Dall'assessorato regionale e dalla nostra azienda abbiamo ricevuto un impulso a essere pronti».

Sassari, nella scorsa epidemia del 2014-2015 ha ospitato uno dei 4 casi al mondo di infezione da virus Ebola diagnosticata nelle zone di epidemia e poi manifestata nei territori di ritorno.

Si era trattato di un operatore sanitario volontario tornato in Italia dalla Sierra Leone il 7 maggio. Il paziente aveva sviluppato i sintomi il 10 maggio ed era stato trasportato l'11 maggio nel reparto di Malattie infettive dell'Aou di Sassari e il 12 maggio il paziente era stato trasferito al “Lazzaro Spallanzani” di Roma. Il paziente è stato considerato guarito dall'infezione da virus Ebola il 9 giugno.

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