La Nuova Sardegna

Sassari

Dal carcere alla palestra il riscatto di 30 detenuti

di Vincenzo Garofalo
Dal carcere alla palestra il riscatto di 30 detenuti

Consegnati i diplomi del corso “Liberi nello sport” promosso da Csen e Regione Gianfranco: «Non so cosa farò domani, ma ora ho una opportunità in più» 

09 dicembre 2019
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SASSARI. «Da questo corso mi aspetto una rinascita, sia a livello umano che sportivo, perché non so cosa farò un domani, però questa è un’opportunità che data a noi detenuti per avere un futuro, e io non voglio sprecarla».

Gianfranco Fattaccio, 34 anni, sassarese, è uno dei trenta detenuti delle carceri di Bancali, Nuoro e Cagliari, che dopo avere seguito sette mesi di lezioni, compreso l’esame finale, ha in mano la chiave per gettarsi alle spalle il passato burrascoso e ricominciare una nuova vita: la chiave è il diploma di istruttore di body building e fitness, conseguito dietro le sbarre grazie al progetto “Liberi nello Sport”, organizzato dal CSEN Sardegna in collaborazione con la Regione Sardegna e gli Istituti penitenziari isolani. Diplomi consegnati nei giorni scorsi ai detenuti dai i presidenti nazionale e regionale del Csen, Francesco Proietti e Francesco Corgiolu. Insieme con i diplomi di trainer sportivo, i trenta che hanno partecipato al corso hanno conseguito anche l’abilitazione al primo soccorso con l’uso di defibrillatore semiautomatico. «L’idea che grazie a questa abilitazione Blsd possa in caso di necessità riuscire a salvare la vita a qualcuno è una cosa eccezionale», dice Valerio Saia, 29 anni, cagliaritano, che come Fattaccio sta scontando una pena a Bancali. Qui in dieci, così come negli istituti di pena di Nuoro e Cagliari, hanno trovato respiro e fiducia nel futuro grazie al progetto Liberi nello sport.

«Il carcere è duro e il momento più felice in questi mesi è stato stare qui in palestra con gli istruttori e i compagni», confessa con gli occhi gonfi di emozione un altro giovane recluso di Bancali che ha ricevuto il diploma dalle mani del garante per i diritti dei detenuti, Antonello Unida, sotto lo sguardo soddisfatto della direttrice Elisa Milanesi. I trenta detenuti hanno seguito 56 ore di lezioni, suddivise in quattro moduli formativi, più 4 ore di esame finale, e hanno acquisito le capacità di progettare un programma di allenamento che integri le fasi di riscaldamento con il fitness cardiovascolare e di dimagrimento con attività isotoniche, fino alle fasi di defaticamento, incluso lo stretching. Oltre alle lezioni, tutti i partecipanti al progetto hanno potuto contare su dell’abbigliamento sportivo su attrezzature nuove per allestire una palestra utilizzabile da chiunque, il tutto fornito e donato dal Csen Sardegna. Quando usciranno, i diplomati avranno una possibilità di riscatto: con il diploma Nazionale di Istruttore di Body Building e Fitness, attraverso lo sport potranno affacciarsi nel mondo del lavoro e sperare in una vita migliore. «L’obiettivo era di far praticare lo sport in carcere», spiega il presidente del Csen, Francesco Corgiolu. «Contestualmente ci siamo resi conto che potevamo dare qualcosa in più, lanciare un messaggio a queste persone, dicendo loro che anche se oggi stanno attraversando un momento difficile della loro vita, possono pensare al futuro».

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