Esposto in Procura per i disagi ai disabili lasciati senz’acqua
di Luca Fiori
Raccolte decine di firme tra commercianti e residenti Le accuse: interruzione di servizio e scarsa informazione
3 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. Dopo i disagi, le accuse e le polemiche è arrivato il momento degli esposti e delle “class action”. Potrebbe spettare alla magistratura stabilire se durante i cinque giorni da incubo vissuti la scorsa settimana da diverse migliaia di cittadini sassaresi – rimasti da lunedì a venerdì senz’acqua – sia stata violata in quale modo la legge.
Tra i primi a muoversi – con un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica – il “Comitato centro storico”, un gruppo di cittadini che risiede nella zona vecchia della città, una delle più colpite da sempre dai disagi legati alla carenza di acqua nei rubinetti.
Tra le accuse più gravi, per le quali il comitato chiede alla magistratura di individuare eventuali responsabili, c’è la prolungata interruzione di pubblico servizio – con gravissimi disagi per disabili, bambini e anziani allettati – e l’insufficiente informazione preventiva alla popolazione.
È bastato un tam tam sul gruppo whatsapp del comitato lo scorso fine settimana per individuare un punto di raccolta in centro e mettere in fila in pochi giorni poco meno di un centinaio di firme.
«I sottoscritti abitanti del centro storico – hanno scritto i cittadini nell’esposto – lamentano, in conseguenza della mancata erogazione di servizi idrici ininterrottamente dal 2 dicembre per alcuni giorni, a seguito del malfunzionamento e rottura degli impianti, enormi disagi igienico-sanitari, economici e logistici per i quali si richiede alla Procura di accertare eventuali responsabilità».
La scorsa settimana l’emergenza idrica si è verificata a causa di un guasto sull’acquedotto Coghinas 2, gestito dall’Ente acque Sardegna e che rifornisce di acqua grezza i potabilizzatori Abbanoa di Truncu Reale (al servizio di Sassari, Porto Torres e Stintino), Monte Agnese (Alghero) e Castelsardo.
Comune e Abbanoa sono corse ai ripari con l’invio di autobotti negli ospedali e in punti strategici della città, ma non è bastato a placare la rabbia di migliaia di cittadini. Nell’esposto indirizzato alla Procura della Repubblica i componenti del “Comitato centro storico” puntano il dito contro la «mancanza di monitoraggio dello stato igienico sanitario del centro e la valutazione di dichiarazione dello stato di emergenza».
Ma non solo, i cittadini sostengono che ci sia stata «insufficiente informazione preventiva, capillare e in continuo aggiornamento da parte degli organi competenti e autorità istituzionali circa l’interruzione di pubblico servizio». In particolare – si legge nell’esposto – ci sarebbe stato un esiguo numero di comunicati da parte di Abbanoa e nessuna comunicazione invece da parte di Enas, Comune di Sassari e Prefettura. Secondo i firmatari della denuncia che verrà depositata i prossimi giorni a palazzo di giustizia sarebbe mancata inoltre «vigilanza sul prezzo dell’acqua in bottiglia da parte delle autorità competenti nelle rivendite del centro storico». Qualcuno – secondo le accuse – avrebbe in sostanza cercato di lucrare sulla disperazione di chi per quattro o cinque giorni non ha avuto neanche la possibilità di lavarsi le mani.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Tra i primi a muoversi – con un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica – il “Comitato centro storico”, un gruppo di cittadini che risiede nella zona vecchia della città, una delle più colpite da sempre dai disagi legati alla carenza di acqua nei rubinetti.
Tra le accuse più gravi, per le quali il comitato chiede alla magistratura di individuare eventuali responsabili, c’è la prolungata interruzione di pubblico servizio – con gravissimi disagi per disabili, bambini e anziani allettati – e l’insufficiente informazione preventiva alla popolazione.
È bastato un tam tam sul gruppo whatsapp del comitato lo scorso fine settimana per individuare un punto di raccolta in centro e mettere in fila in pochi giorni poco meno di un centinaio di firme.
«I sottoscritti abitanti del centro storico – hanno scritto i cittadini nell’esposto – lamentano, in conseguenza della mancata erogazione di servizi idrici ininterrottamente dal 2 dicembre per alcuni giorni, a seguito del malfunzionamento e rottura degli impianti, enormi disagi igienico-sanitari, economici e logistici per i quali si richiede alla Procura di accertare eventuali responsabilità».
La scorsa settimana l’emergenza idrica si è verificata a causa di un guasto sull’acquedotto Coghinas 2, gestito dall’Ente acque Sardegna e che rifornisce di acqua grezza i potabilizzatori Abbanoa di Truncu Reale (al servizio di Sassari, Porto Torres e Stintino), Monte Agnese (Alghero) e Castelsardo.
Comune e Abbanoa sono corse ai ripari con l’invio di autobotti negli ospedali e in punti strategici della città, ma non è bastato a placare la rabbia di migliaia di cittadini. Nell’esposto indirizzato alla Procura della Repubblica i componenti del “Comitato centro storico” puntano il dito contro la «mancanza di monitoraggio dello stato igienico sanitario del centro e la valutazione di dichiarazione dello stato di emergenza».
Ma non solo, i cittadini sostengono che ci sia stata «insufficiente informazione preventiva, capillare e in continuo aggiornamento da parte degli organi competenti e autorità istituzionali circa l’interruzione di pubblico servizio». In particolare – si legge nell’esposto – ci sarebbe stato un esiguo numero di comunicati da parte di Abbanoa e nessuna comunicazione invece da parte di Enas, Comune di Sassari e Prefettura. Secondo i firmatari della denuncia che verrà depositata i prossimi giorni a palazzo di giustizia sarebbe mancata inoltre «vigilanza sul prezzo dell’acqua in bottiglia da parte delle autorità competenti nelle rivendite del centro storico». Qualcuno – secondo le accuse – avrebbe in sostanza cercato di lucrare sulla disperazione di chi per quattro o cinque giorni non ha avuto neanche la possibilità di lavarsi le mani.
©RIPRODUZIONE RISERVATA