La Nuova Sardegna

Sassari

Non maltrattò la mamma, assolto Paolo Pinna

di Nadia Cossu
Non maltrattò la mamma, assolto Paolo Pinna

Il giovane di Nule condannato a 20 anni per gli omicidi di Monni e Masala è stato trasferito a Bancali

23 gennaio 2020
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SASSARI. Ha saputo della sentenza di assoluzione emessa nei suoi confronti da una cella del penitenziario di Bancali dove è stato trasferito di recente dopo il periodo di detenzione nel carcere minorile di Quartucciu.

Paolo Enrico Pinna, il ventenne già condannato in via definitiva a vent’anni di reclusione per gli omicidi di Gianluca Monni di Orune e di Stefano Masala di Nule, doveva anche rispondere dell’accusa di maltrattamenti nei confronti della madre, scaturita proprio dall’inchiesta del duplice omicidio. Frasi offensive, minacciose e cariche di violenza, registrate nelle intercettazioni, che il giovane – all’epoca dei fatti ancora minorenne – avrebbe pronunciato nei confronti della madre Giovanna Maria Molinu. Parole che in alcuni casi, come avevano rilevato la Procura e il gip, erano state seguite da veri e propri atti di violenza. Da qui la denuncia partita d’ufficio per maltrattamenti e il rinvio a giudizio.

Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a due anni ma il giudice Teresa Castagna, a conclusione del processo che si è celebrato a Nuoro con il rito abbreviato, accogliendo la tesi dell’avvocato difensore Fernando Vignes, ha assolto Pinna «perché il fatto non sussiste». Il legale ha fatto valere in aula la tesi secondo cui l’atteggiamento aggressivo del giovane nei confronti della Molinu era dovuto al particolare momento di tensione che la famiglia stava vivendo. Quello, cioè, che ha preceduto l’arresto del ragazzo.

La mamma, stando a quanto rilevato poi dai carabinieri del comando provinciale di Nuoro nel corso delle indagini, si era lamentata col marito del comportamento del figlio: «Quando Paolo è a casa è insopportabile – avrebbe detto la donna – mi ha anche dato un bette colpo: guarda anche il segno rosso mi è rimasto. Sono anche dovuta scappare da casa». Questa una delle frasi “incriminate”.

Durante il giudizio abbreviato, su indicazione dell’avvocato Vignes, la donna è stata sentita e ha contestualizzato le reazioni violente del figlio. Atteggiamenti che, come ha rilevato la difesa, non sembravano comunque aver mai intimidito la Molinu. Dettaglio emerso, anche questo, dalle intercettazioni.

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