La Nuova Sardegna

Sassari

Bocconi col lumachicida, è strage di cani a Usini

Bocconi col lumachicida, è strage di cani a Usini

Diversi animali sono stati avvelenati nell’agro di Santa Maria al confine con Tissi. Giorni fa è toccato a un cucciolo di cane corso: rigido su un fianco e la bava blu

06 marzo 2020
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USINI. Lo ha ritrovato a poca distanza dalla recinzione di casa. La schiuma blu che colava dalla bocca, disteso, esanime. Un cucciolone di cane corso di un anno e mezzo, morto avvelenato con il lumachicida. «È il secondo cane che mi viene ammazzato in questo modo – dice il proprietario – la volta precedente è toccato al jack russel. Anche lui era riuscito a scavare sotto la rete, aveva fatto un giro nella campagna circostante, ed era venuto a morire qualche ora dopo nel mio giardino. Ritrovato anche lui riverso su un fianco, e con le secrezioni bluastre dalla bocca». Il problema è che nella zona di Santa Maria, nell’agro al confine tra Usini e Tissi, di animali che fanno questa fine tremenda se ne contano diversi. «A un vicino sono stati avvelenati due cani, una signora ha appeso delle foto per un cane sparito in zona durante una passeggiata. Purtroppo da queste parti c’è qualcuno che odia i cani e cerca di liberarsene confezionando delle esche. Tutti abbiamo dei sospetti, abbiamo sporto denuncia alla guardia forestale, ma finora non è stato trovato niente». Gli agenti hanno fatto anche dei sopralluoghi con i cani molecolari, alla ricerca dei granuli di veleno. «A meno che il veleno non venga posizionato all’interno di ciotole che poi vengono rimosse, qualche elemento utile deve essere stato trovato. È impossibile che tanti cani muoiano in zona e non ci sia traccia della metaldeide». Si tratta di una sostanza generalmente venduta in granuli o nel formato tipo pellet. In agricoltura è utilizzato generalmente all’interno degli orti per sterminare le lumache: la sostanza le fa sbavare a tal punto da farle morire per disidratazione. Invece con i cani agisce sul sistema nervoso centrale, inducendo convulsioni, contrazioni muscolari, salivazione, vomito, diarrea e, se non si interviene in tempo con una lavanda gastrica, l’animale ha poche possibilità di salvarsi. Deve avere la fortuna di rientrare a casa prima che i tremori gli impediscano di camminare, e deve avere un proprietario che, lo porti da un veterinario senza perdere un secondo. Ogni istante sprecato può essere vitale.

Le indagini su questa serie di avvelenamenti sono tuttora in corso. Se dovesse essere individuato il responsabile, sarà perseguito penalmente . Infatti l’articolo 544-ter sancisce che l’uccisione di animali per crudeltà e senza necessità, e lo spargimento di polpette avvelenate rientra esattamente in questa fattispecie, costituisce un reato punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.

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