La Nuova Sardegna

Sassari

l’appello dei dipendenti  

La richiesta d’aiuto dei farmacisti: «Chiediamo maggiori tutele»

di Luca Fiori
La richiesta d’aiuto dei farmacisti: «Chiediamo maggiori tutele»

SASSARI. Al loro ordine professionale chiedono di sostenerli nella richiesta di maggiori tutele sui luoghi di lavoro, alle forze dell’ordine controlli più serrati sopratutto fuori dalle farmacie,...

23 marzo 2020
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SASSARI. Al loro ordine professionale chiedono di sostenerli nella richiesta di maggiori tutele sui luoghi di lavoro, alle forze dell’ordine controlli più serrati sopratutto fuori dalle farmacie, ormai tra i pochissimi esercizi aperti e alle comunità in cui lavorano ribadiscono l’appello di tutti: «Uscite di casa solo per cose urgenti e se uscite usate mascherina e guanti».

Sono preoccupati i farmacisti della provincia di Sassari, molti dei quali - i non titolari di farmacie ma semplici dipendenti - sono costretti in questi giorni a rischiare a la vita per soli 1400 euro al mese a fronte di 35 ore di lavoro settimanali.

«Nella farmacia per cui lavoro - racconta un farmacista dipendente che presta servizio in un grosso paese del circondario - in questi giorni abbiamo a che fare con un centinaio di persone al giorno, troppe perché molte vengono in farmacia solo per comprare cose superflue. Il nostro lavoro nelle ultime due settimane è molto cambiato - spiega il professionista - sopratutto a livello psicologico perché siamo tutti abbastanza preoccupati e lavoriamo ormai con uno stato di tensione continua, anche perché vediamo che la gente non ha ancora capito la gravità della situazione».

Il problema principale è la paura del contagio, ma con meno gente in giro è aumentata anche quella di subire una rapina. «Non ci sentiamo assolutamente al sicuro - aggiunge il farmacista - e abbiamo molta paura di essere contagiati anche perché tantissima gente che è a contatto con persone positive continua a entrare da noi e a fare la solita vita come se niente fosse».

Poi ci sono le richieste assurde da parte di chi si è recato in farmacia senza un vero bisogno. «Ci chiedono pantofole - spiega - creme solari o dimagranti, lasciandoci a bocca aperta».

Poi arriva il momento di rientrare a casa e il timore di portarsi appresso il virus. Cerchiamo di stare attenti - conclude il farmacista - lascio le scarpe fuori dalla porta, metto la giacca in terrazzo, mi cambio immediatamente mettendo tutto a lavare ma rimane la paura che non sia sufficiente».

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