Spesa troppo cara nei piccoli comuni
Da Villanova l’appello a Solinas: «Nei minimarket i prezzi sono alti: fateci andare in città una volta alla settimana»
22 aprile 2020
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SASSARI. I piccoli paesi il più delle volte sono delle isole sicure al tempo della pandemia, ma il loro isolamento comporta dei sacrifici. Uno di questi è non poter scegliere dove fare la spesa, e non poter risparmiare col proprio carrello. I market sono quelli di vicinato, non c’è concorrenza, e non si può superare i confini comunali.
«Chi vive nel paesino non ha certo le scelte che vengono proposte dai vari supermercati o ipermercati delle città. Prima della quarantena si andava a fare la spesa “grossa”, con prezzi accessibili e offerte, una volta ogni settimana (anche due) nei vari centri vicini. Ora, invece, siamo costretti a farla nel proprio comune di residenza con negozietti che hanno prezzi un po’ più alti». La protesta arriva da Villanova Monteleone, e una residente si è rivolta direttamente al governatore Solinas chiedendo una piccola deroga: «Consentite, una volta alla settimana, agli abitanti dei piccoli paesi di potersi spostare per fare una spesa più conveniente».
Dice: «I prezzi alti nei negozietti ci sono sempre stati, ed è normale per la legge di mercato. Ma con la pandemia questi prezzi sono lievitati un po’ troppo e un conto è andarci una volta ogni tanto per delle piccole cose o dimenticanze, ma fare la spesa per un'intera settimana sta pesando a livello economico. Esempio: un litro di latte senza lattosio mi viene a costare 1,85 euro, quando la stessa marca nel supermercato mi viene a costare 1,09 euro (non in offerta)». E ancora: «Aggiungo che nei paesini non sempre ci sono tutti i generi alimentari; per esempio dove vivo io non esiste una pescheria e quindi è impossibile mangiare pesce fresco». Dice Quirico Meloni, sindaco di Villanova: «Non escludo qualche disagio, ma non ci sono lamentele. Da noi i servizi ci sono tutti, e le vendite nei negozi sono decisamente aumentate. L’aumento dei prezzi poi non è una scelta dei piccoli negozi, è una conseguenza dell’andamento generale del mercato». Stesso discorso in altri paesi come Tergu: «Abbiamo due market – dice il sindaco Gianfranco Satta – La pasta, il latte, l’acqua sono un tantino rincarati. Ma non per scelta dei gestori. I negozi vendono come in estate, i clienti sono decisamente aumentati. Qualcuno si sposta a Castelsardo, per il carburante o il pellet, e non escludo che possa approfittarne per andare da Eurospin». Anche il sindaco di Esporlatu Franco Furriolu non ha avvertito disagi tra i residenti. Dice: «Nessuno si è lamentato per i prezzi più alti. Piuttosto talvolta pesa non avere una macelleria o una pescheria. Diversi abitanti però vanno a Bottidda per il carburante, e poi si spostano per servizi come le banche e le Poste, oppure per acquistare il pellet. Ho parlato con le forze dell’ordine e ho fatto presente queste esigenze. Ma poi spetta a loro far conciliare il buon senso con il rispetto delle restrizioni». (lu.so.)
«Chi vive nel paesino non ha certo le scelte che vengono proposte dai vari supermercati o ipermercati delle città. Prima della quarantena si andava a fare la spesa “grossa”, con prezzi accessibili e offerte, una volta ogni settimana (anche due) nei vari centri vicini. Ora, invece, siamo costretti a farla nel proprio comune di residenza con negozietti che hanno prezzi un po’ più alti». La protesta arriva da Villanova Monteleone, e una residente si è rivolta direttamente al governatore Solinas chiedendo una piccola deroga: «Consentite, una volta alla settimana, agli abitanti dei piccoli paesi di potersi spostare per fare una spesa più conveniente».
Dice: «I prezzi alti nei negozietti ci sono sempre stati, ed è normale per la legge di mercato. Ma con la pandemia questi prezzi sono lievitati un po’ troppo e un conto è andarci una volta ogni tanto per delle piccole cose o dimenticanze, ma fare la spesa per un'intera settimana sta pesando a livello economico. Esempio: un litro di latte senza lattosio mi viene a costare 1,85 euro, quando la stessa marca nel supermercato mi viene a costare 1,09 euro (non in offerta)». E ancora: «Aggiungo che nei paesini non sempre ci sono tutti i generi alimentari; per esempio dove vivo io non esiste una pescheria e quindi è impossibile mangiare pesce fresco». Dice Quirico Meloni, sindaco di Villanova: «Non escludo qualche disagio, ma non ci sono lamentele. Da noi i servizi ci sono tutti, e le vendite nei negozi sono decisamente aumentate. L’aumento dei prezzi poi non è una scelta dei piccoli negozi, è una conseguenza dell’andamento generale del mercato». Stesso discorso in altri paesi come Tergu: «Abbiamo due market – dice il sindaco Gianfranco Satta – La pasta, il latte, l’acqua sono un tantino rincarati. Ma non per scelta dei gestori. I negozi vendono come in estate, i clienti sono decisamente aumentati. Qualcuno si sposta a Castelsardo, per il carburante o il pellet, e non escludo che possa approfittarne per andare da Eurospin». Anche il sindaco di Esporlatu Franco Furriolu non ha avvertito disagi tra i residenti. Dice: «Nessuno si è lamentato per i prezzi più alti. Piuttosto talvolta pesa non avere una macelleria o una pescheria. Diversi abitanti però vanno a Bottidda per il carburante, e poi si spostano per servizi come le banche e le Poste, oppure per acquistare il pellet. Ho parlato con le forze dell’ordine e ho fatto presente queste esigenze. Ma poi spetta a loro far conciliare il buon senso con il rispetto delle restrizioni». (lu.so.)