La Nuova Sardegna

Sassari

Coronavirus, Sassari: intervento "gentile" per fermare l'assalto alla Casa della solidarietà

Giovanni Bua
Coronavirus, Sassari: intervento "gentile" per fermare l'assalto alla Casa della solidarietà

A centinaia in attesa dell’apertura, la polizia locale ha fatto disporre le persone in una fila lunga 300 metri

30 aprile 2020
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SASSARI. La bomba è stata disinnescata un minuto prima di esplodere, portandosi dietro una fondamentale parte della solidarietà cittadina. Che da oggi invece potrà riprendere a scorrere, finalmente in totale sicurezza, distribuendo vitale sostentamento a centinaia di famiglie.

Era una tragedia annunciata quella che rischiava di consumarsi di fronte al grande cancello di ferro di via Margherita di Savoia, che custodisce le buste che da 15 anni la “Casa” guidata da Aldo Meloni distribuisce ai più bisognosi. Da giorni lo stesso Meloni chiedeva aiuto: troppa la pressione, troppa la gente che si presentava nei garage della ex Questura. Fino a 400 persone, che iniziavano a mettersi in fila dalle 6 del mattino, nonostante la distribuzione non iniziasse prima delle 9.30. Senza rispettare distanze, mettendo a rischio la loro salute e quella degli altri. E l’intero servizio di distribuzione dei pasti destinato, se non si trovava una soluzione, a una dolorosa chiusura.

Già lunedì la polizia municipale aveva fatto un primo intervento, chiaramente molto amichevole visto il fondamentale servizio erogato. Raccomandazioni, mascherine distribuite, inviti a rispettare le regole. Ieri mattina però la situazione era tutt’altro che migliorata. Anzi: oltre 200 persone alle 9 erano già ammassate di fronte al portone. Con i volontari dentro che non sapevano se fosse il caso di aprire, vista l’oggettiva situazione di grande rischio. A quel punto è tornata in campo la polizia locale, guidata dal comandate Gianni Serra, che intorno alle 9.15 è arrivata in via Margherita di Savoia con più pattuglie. Le persone in fila sono state fatte distanziare, spalmate in una fila lunga più di trecento metri che ha occupato tutta via Margherita di Savoia, corso Angioy e via Coppino. Alle persone in fila, arrivate nel mentre a superare le trecento, sono state distribuite mascherine, in gran parte assenti o improvvisate alla meglio. E, a quel punto, la distribuzione delle buste è potuta partire, veloce e abbondante come sempre.

Una situazione che si ripeterà ogni giorno, con la polizia locale che sarà presente per gestire la fila fuori dal cancello della Casa della fraterna solidarietà, affiancando i due barracelli impegnati da un po’ a cercare di gestire la crescente pressione.

«Siamo molto grati alla polizia locale per l’intervento – sottolinea Aldo Meloni –. La situazione stava diventando difficilmente gestibile, e la nostra paura era di essere costretti a chiudere tutto. Il dispiacere maggiore era che questo problema è generato solo dalla paura, assolutamente comprensibile ma ingiustificata. Le “buste della solidarietà”, nonostante le persone che vengono da noi siano nell’ultimo mese quasi raddoppiate, non sono mai mancate, e mai mancheranno. Siamo in grado di aiutare, come sempre, chiunque si presenti alla nostra porta, senza chiedergli altro che un sorriso. La distribuzione inoltre, visto che le buste sono già pronte, è molto veloce. E, se la gente non si presentasse con ore di anticipo, non si creerebbe nessuna fila. Per cercare di venire incontro alle persone abbiamo modificato alcune fasi della raccolta, e riusciremo ad aprire i cancelli ancora prima. E, con l’aiuto della polizia locale, dei barracelli, ma soprattutto delle persone che ogni giorno vengono da noi a cercare aiuto, siamo sicuri che finalmente si potrà andare avanti in sicurezza. Speranzosi di poter riprendere al più presto i nostri altri servizi, e di poter fare sempre di più per alleviare l’enorme disagio che la nostra città sta purtroppo vivendo».

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