La Nuova Sardegna

Sassari

A Porto Torres cartelli in spiaggia: salviamo la patella

A Porto Torres cartelli in spiaggia: salviamo la patella

L’idea del pescatore Francesco Sannino verrà proposta anche a Stintino

27 luglio 2020
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PORTO TORRES. Per sopravvivere deve essere in grado di resistere alla forza delle onde, alle maree, all’esposizione al sole. Ma, soprattutto, al suo nemico mortale, che l’ha portata quasi all'estinzione e ora, dopo avere maturato una coscienza animalista, tenta di salvarla: l’uomo.

È la patella ferruginea, un abitante capace di raggiungere i nove centimetri di diametro della cosiddetta “zona mesolitorale” del Mar Mediterraneo, la fascia posta tra il limite superiore e inferiore della marea. A causa del prelievo indiscriminato è divenuta tanto rara da venire considerata attualmente l’invertebrato più a rischio di estinzione di tutto il bacino Mediterraneo. Per questo è una specie protetta in modo totale e condiviso a livello internazionale, inclusa nell’appendice II della Convenzione di Barcellona.

La patella un tempo era abbondantissima sulle coste del mare sardo, ora è divenuta tanto rara che scoprirne qualche esemplare è ormai difficilissimo. Ma c’è chi è riuscito nell’impresa come Francesco Sannino, in gioventù e per anni pescatore turritano-stintinese che racconta: «da ragazzino la patella ferruginea, o patella dentice come la chiamiamo noi, era diffusissima e ne facevamo incetta all’Asinara. Non tanto per mangiarla, non era particolarmente gustosa, ma come un trofeo, date le sue dimensioni».

Quel prelievo indiscriminato ha contribuito a renderla rara e protetta a livella internazionale. «Oggi, da suo antico cacciatore mi sono trasformato in un suo difensore» spiega Francesco, il quale è rimasto un amante del mare e un instancabile curioso. Così, girando in barca e nuotando nei pressi dell’Isolotto della torre de La Pelosa, qualche tempo fa si è imbattuto in alcuni esemplari, uno in particolare di grandi dimensioni. «Nel luglio 2018 ho fatto la scoperta» dice il pescatore «ce n’erano una più grande, allora misurava sette centimetri, e un paio più piccole vicine. Purtroppo queste ultime sono sparite. La più grande è rimasta sola ed è cresciuta nelle dimensioni». È assai probabile che nell'isolotto de La Pelosa, come pure ed in particolare all’Asinara, all'Isola Piana e in luoghi a minore impatto antropico esemplari della patella ferruginea sopravvivano indisturbati, ma la scoperta di Francesco Sannino è importante come pure la sua proposta, un arricchimento per il patrimonio di Stintino e dell'intero Golfo dell'Asinara. «Mi piacerebbe collocare un cartello esplicativo nella zona de La Pelosa e sarebbe bello posizionare una telecamera subacquea che riprenda la vita di questo esemplare e trasmetta le immagini al Museo di Stintino» chiosa Francesco Sannino il quale ha intenzione di parlare della sua idea al sindaco di Stintino Antonio Diana e ai responsabili del Museo delle Tonnare.

Emanuele Fancellu

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