La Nuova Sardegna

Sassari

«Ho visto Farci gettare la sim di Speranza Ponti»

di Luca Fiori
«Ho visto Farci gettare la sim di Speranza Ponti»

Il dipendente del pizzaiolo accusato dell’omicidio ha confermato tutte le accuse Intanto la famiglia dell’ergastolano ha messo in vendita la pizzeria di Alghero

01 settembre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Qualche giorno dopo la scomparsa di Speranza vidi Massimiliano Farci andare nel bagno della pizzeria in cui lavoravo per lui e quando uscì andai a controllare, trovando dentro il gabinetto un pezzo di una sim».

Non ha avuto esitazione il giovane cameriere venezuelano i giorni scorsi - davanti al gip Antonello Spanu - nel confermare le accuse nei confronti di Massimiliano Farci, il 53enne di Assemini accusato di aver ucciso la fidanzata Speranza Ponti all’inizio di dicembre dello scorso anno e di aver poi gettato il suo corpo in un cespuglio a Monte Carru alla periferia di Alghero.

Il 21enne già durante le indagini, svolte dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia algherese, aveva fornito agli investigatori una delle prove più importanti che avevano portato al arresto di Farci con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Davanti al giudice delle indagini preliminari e al sostituto procuratore Beatrice Giovannetti, titolare dell’inchiesta, il cameriere non ha mostrato alcun tentennamento. Nel corso dell’incidente probatorio che si è svolto nel palazzo di giustizia di Sassari alla presenza dell’avvocato Stefano Carboni che rappresenta i familiari della vittima e dell’avvocato Daniele Solinas, difensore di Massimiliano Farci, ha confermato tutto. L’ergastolano, rinchiuso da fine gennaio nel carcere di Bancali, ha scelto di non prendere parte all’interrogatorio. Era stato il pm Giovannetti a chiedere che il 21enne residente ad Alghero con un permesso di soggiorno di studio scaduto a marzo e prorogato per l’emergenza sanitaria fino a ieri venisse sentito quanto prima.

Ora il suo racconto dettagliato potrà costituire una prova durante il processo. Prima di finire in manette – ha raccontato il 21enne in aula – Massimiliano Farci aveva chiesto al giovane cameriere di mentire ai carabinieri in merito alla scomparsa della fidanzata che lavorava con lui in pizzeria. Per allontanare da sé i sospetti e prendere tempo con i familiari e gli amici di Speranza, ma soprattutto con i carabinieri che avevano iniziato a girare intorno alla sua pizzeria di via XX Settembre e a fare domande sempre più insistenti, l’ergastolano era arrivato a chiedere al giovane cameriere di spedire la sim di uno dei telefonini della compagna in Venezuela per spostare le ricerche in Sud America. Il giovane si era rifiutato e pochi giorni dopo aveva notato il 53enne di Assemini armeggiare con delle forbici vicino alla cassa, il luogo in cui era rimasto il telefono della vittima anche dopo la sua scomparsa. Poco dopo aveva trovato nel bagno della pizzeria un pezzo della sim.

Da qualche giorno sul gabbiotto esterno del locale di via XX Settembre è comparsa la scritta “Vendesi”. I familiari di Farci, che avevano aperto la pizzeria per dare al figlio detenuto in semi libertà ad Alghero una seconda possibilità, ora hanno deciso di metterla in vendita.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative