La Nuova Sardegna

Sassari

Droga ceduta ai ragazzini la Procura chiede 10 anni

di Nadia Cossu
Droga ceduta ai ragazzini la Procura chiede 10 anni

Tre imputati davanti al gup. L’accusa: spacciavano a minorenni davanti a scuola L’anno scorso gli arresti. La vendita di marijuana documentata dalle telecamere

25 settembre 2020
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SASSARI. Spesso la droga veniva ceduta, in via Tavolara, a ragazzini e ragazzine di 14 o 15 anni, vicino alle scuole e al polo universitario. Non è da escludere che la consegna della marijuana avvenisse proprio prima che suonasse la campanella o che cominciassero le lezioni in ateneo. E infatti la vicinanza a scuole e Università è una delle aggravanti contestate ai tre imputati che a giugno dell’anno scorso erano stati arrestati dalla polizia locale al termine di una lunga e scrupolosa indagine supportata da immagini e video.

Martedì mattina, nel rito abbreviato che si sta celebrando davanti al gup Carmela Rita Serra, il pubblico ministero Mario Leo ha concluso la sua requisitoria con la richiesta di una condanna a quattro anni di reclusione per Biagio Marginesu (35 anni, difeso dall’avvocato Claudio Mastandrea) e per Manuel Salis (28 anni, assistito dal legale Carlo Foddai), mentre ha chiesto due anni per Walter Pinna (35 anni, difeso da Vittorio Campus).

A Marginesu e Salis il pm ha contestato due aggravanti: «Aver ceduto sostanza stupefacente a persone minori di età e aver effettuato le cessioni in prossimità di scuole (in quanto la fermata dei bus di via Tavolara si trova nei pressi del liceo Azuni e di alcuni poli universitari cittadini)».

La polizia locale, che proprio in via Tavolara aveva insediata una stazione mobile, da tempo osservava e documentava quel traffico di droga. Nemmeno il presidio di legalità, comparso dall’inizio dell’anno all’angolo con corso Margherita di Savoia, li aveva convinti a interrompere l’attività di spaccio. Questo probabilmente perché il continuo via vai di ragazzini e il passaggio di studenti e passeggeri in transito tra il centro e le borgate rappresentava la garanzia di un mercato sempre fiorente e irrinunciabile.

Per questo motivo via Tavolara era stata trasformata in una delle principali centrali dello spaccio del centro cittadino. Lo sapevano in tanti, ma incastrare i pusher che rifornivano prevalentemente ragazzini diretti in classe o appena usciti da scuola non è stato semplice, perché gli spacciatori adoperavano tante precauzioni. Erano stati proprio alcuni genitori, preoccupati per le prolungate assenze dei figli da scuola e per la frequentazione assidua dei giardini pubblici, i primi a dare l’allarme. Le indagini. C’è voluto un mese di appostamenti, di riprese filmate, di intercettazioni ambientali e di pedinamenti da parte degli agenti nel nucleo investigativo in borghese della polizia locale per stringere il cerchio e far scattare le manette nei confronti dei tre sassaresi che avevano scelto via Tavolara come quartier generale dello spaccio. Altri due giovani erano stati indagati ma hanno già patteggiato la pena davanti al pubblico ministero.

Secondo quanto accertato dalla polizia locale, guidata dal comandante Gianni Serra, l’attività di spaccio era praticamente quotidiana. I passaggi di droga avvenivano sia sulle panchine in corrispondenza dei capolinea degli autobus che all’interno dei giardini pubblici, frequentati anche da bambini in tenerissima età.

Era bastato sistemare qualche telecamera nella zona per capire come si erano organizzati gli spacciatori. I tre arrestati stazionavano alternativamente nelle panchine di via Tavolara e all’interno dei giardini e curavano personalmente la cessione della droga. Non sapevano però che da qualche tempo ogni loro movimento era registrato dalle telecamere.

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