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Sassari, migranti in rivolta: «Rifateci il tampone»

Nadia Cossu
Sassari, migranti in rivolta: «Rifateci il tampone»

Cinquantasei ospiti del centro Pagi erano risultati positivi al Covid: «Non ci crediamo, dove sono i certificati dell’Ats?»

14 ottobre 2020
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SASSARI. L’allarme è scattato verso le 17.30 di ieri quando un gruppo di migranti in isolamento nel centro di accoglienza Pagi, dove martedì è stato scoperto un focolaio di Covid – ha scavalcato il cancello e ha cominciato a spingere i cassonetti della spazzatura verso la strada forse con l’obiettivo di bloccare il traffico dei mezzi che dalla città erano diretti verso la zona industriale di Predda Niedda. Pochi minuti ed è arrivata la prima pattuglia delle volanti ma la situazione, particolarmente tesa, ha richiesto l’ausilio dei rinforzi e così, nel giro di un quarto d’ora, la polizia è intervenuta in forze, tutti muniti di casco e manganello.

Il casus belli. Una settimana fa 56 ospiti della struttura sono risultati positivi al coronavirus. Come vuole la prassi, per tutti è scattato l’isolamento all’interno del centro in attesa del secondo tampone.

Un mediatore prova a spiegare cosa è successo e perché improvvisamente ieri in via Predda Niedda è scoppiata la rivolta: «Non sono convinti di essere positivi, non gli è stato consegnato un certificato scritto dall’Ats e chiedono di ripetere il tampone anche perché quattro di loro, dopo averne fatto un secondo, sono risultati negativi». Richiesta che, comprensibilmente, vista la situazione di emergenza del Sassarese, non poteva essere subito soddisfatta. Da qui la protesta che ha creato il caos nella zona industriale impegnando decine di poliziotti in tenuta antisommossa.

Di fronte ai cancelli ieri sera si è presentato anche il gestore Pier Paolo Cermelli, che ha cercato di placare gli animi spiegando ai migranti – che gli urlavano contro arrampicati sul cancello – che i tempi della sanità vanno rispettati. Il responsabile del centro è però riuscito ad avere garanzie dalla prefettura e le ha immediatamente comunicate agli ospiti: «Entro giovedì verranno dall’Ats qui al Pagi per fare i nuovi tamponi e presumo che per l’inizio della prossima settimana si sapranno i risultati». Una notizia che è servita parzialmente a riportare la calma grazie anche all’ausilio dei mediatori che hanno parlato a lungo con gli ospiti in isolamento.

I migranti positivi sono anche al Pime (3 su 58 tamponi effettuati) e al Toluca (4 positivi su 55 tamponi), le altre due strutture di Sassari gestite sempre da Cermelli.

Lo screening era partito quando uno degli ospiti, che lavora in un locale pubblico chiuso per Covid, è risultato positivo al tampone. E anche un altro giovane, al controllo medico di fine permanenza nel centro, è risultato affetto dal virus. Quindi test per ospiti e personale, e focolaio con una percentuale altissima di contagi. Aspetto, questo, che aveva preoccupato non poco considerato che molti dei migranti lavorano all’esterno, qualcuno come lavapiatti in ristorante, qualche altro commesso nei supermercati e passano quindi ben poco tempo all’interno della struttura di accoglienza. Ritornano prevalentemente la sera per dormire.

Si parla di ragazzi che ormai sono ben integrati all’interno della comunità, vivono a Sassari da cinque anni, lavorano e hanno quindi una rete di amicizie. Perciò anche il tracciamento dei contatti è stato molto difficoltoso.

Ora bisognerà capire cosa succederà dopo il secondo tampone: «Noi vogliamo vedere il certificato dell’Ats – urlavano ieri da dietro il cancello – non vogliamo stare rinchiusi qui dentro senza un motivo reale. Non deve accadere».

E hanno anche chiesto a Cermelli che i risultati dei tamponi vengano consegnati loro immediatamente. Anche su questo ieri hanno ricevuto precise garanzie da parte del gestore.

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