La Nuova Sardegna

Sassari

Assistenti disabili senza paga e lavoro

Assistenti disabili senza paga e lavoro

Dettori (Cgil Fp): «Con il caos dei contagi, 600 lavoratori sono allo stremo»

23 ottobre 2020
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SASSARI. Da giugno a settembre senza stipendio né ammortizzatori sociali, ed ora con il lavoro pregiudicato dalle continue chiusure di classi per casi sospetti di Covid. Con le famiglie dei disabili anche loro costrette a fare a meno di un servizio che è indispensabile per i loro figli, in un clima di incertezza e confusione che ogni giorno peggiora.

Assistenti, educatori e operatori socio sanitari che affiancano nelle scuole i ragazzi svantaggiati stanno vivendo un dramma nel dramma. Con la macchina della sanità inceppata per lo scoppio dei contagi e, per le note carenze di personale in tutti i ranghi, incapace di dare risposte veloci, la situazione economica del personale si è infatti aggravata. «Alcune cooperative stanno anticipando gli stipendi, ma non tutte sono in grado di farlo considerato che anche a loro stanno mancando le risorse da parte delle stazioni appaltanti, cioè i Comuni – denuncia Paolo Dettori, segretario generale della Fp Cgil –. Stiamo parlando di almeno 600-700 lavoratori in tutta la provincia di Sassari che si stanno trovando in difficoltà». Per Dettori la situazione è gravissima, ma i Comuni maggio, come Sassari e Porto Torres, «non hanno risposto alle nostre richieste di incontro. Se non si aprirà un dialogo, siamo pronti a scendere in piazza».

Ogni giorno il bollettino dei contagi si arricchisce di nuovi casi anche nelle scuole. Una diffusione che preoccupa, ma preoccupa anche che passino giorni, se non settimane, prima che sia certificata. Se c’è un contagio scattano i controlli anche per i contatti, ma i tamponi non vengono effettuati subito e quando vengono eseguito bisogna aspettare ancora per conoscere l’esito. «Una nuova circolare dell’Inps – spiega il segretario di Fp Cgil – ha ridotto l’applicazione dell’indennità di malattia ai “contatti”. Facile capire che se i contagi non vengono correttamente tracciati e comunicati tempestivamente da scuola e Ats e da questa al singolo per essere sottoposto a tampone, i tempi per chiarire i reali rischi si allunghino in modo non tollerabile. Il personale, nel frattempo, deve restare a casa per la chiusura delle classi».

Per Paolo Dettori «serve al più presto un intervento e un coordinamento sui protocolli di sicurezza Covid da parte della autorità sanitarie che ci pare che ancora una volta non abbiano saputo programmare e azioni efficaci». (p.f.)

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