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Sassari

L'aggressione del branco a Sassari: «Non sai di chi sono figlio ti facciamo gambizzare»

Luca Fiori
L'aggressione del branco a Sassari: «Non sai di chi sono figlio ti facciamo gambizzare»

Prima dell’intervento della polizia la baby gang avrebbe minacciato il residente. Ora gli abitanti di via Scano temono che nel week end riprendano le scorribande 

28 ottobre 2020
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SASSARI. «Hai toccato la persona sbagliata, forse non sai di chi sono il figlio. Adesso torniamo e ti facciamo gambizzare». Tre giorni dopo il pestaggio ai danni di un residente di 33 anni che - esasperato per i continui dispetti - avrebbe dato due schiaffi a un ragazzino sorpreso a urinare sul suo portone d’ingresso, gli abitanti di via Antonio Scano non hanno dimenticato quelle minacce lanciate sabato sera, tra una dose di pugni e calci, sotto gli occhi di decine di testimoni.

«Gli hanno detto che gliela avrebbero fatta pagare – racconta una vicina di casa del 33enne – ma quando ho sentito quella frase, mi sono venuti i brividi. Da mesi siamo costretti ad abbassare lo sguardo davanti a questi ragazzini – prosegue la donna – la mattina dobbiamo raccogliere le bottiglie che lasciano sui gradini dei nostri portoni e la sera se li riprendiamo ci minacciano».

Prima di quelle parole pesanti sabato sera qualcuno aveva anche provato a mettere in atto un’azione violenta, afferrando uno dei paletti dissuasori in metallo con l’intenzione di colpire il residente. L’intervento coraggioso di una ragazza accorsa per strada insieme ad altri cittadini ha evitato che si consumasse una tragedia.

Ieri mattina il paletto è stato precauzionalmente portato via in attesa dell’intervento degli operai del Comune. «Abbiamo paura che nel fine settimana possa ripetersi quello che sta accadendo ogni sabato – racconta un altro cittadino – per tutta l’estate abbiamo sopportato la maleducazione di questi ragazzini, ma ora siamo veramente esausti. Il ragazzo che è stato aggredito è una bravissima persona – prosegue l’uomo che preferisce non rivelare la sua identità – lo hanno portato all’esasperazione. Da mesi lo hanno preso di mira e fino a sabato scorso ha sopportato di tutto, come molti di noi. Ora qualcuno vuol far passare lui per violento – prosegue – ma ha reagito quando si è visto circondato. In questa zona siamo tutte persone tranquille – conclude – ma non ne possiamo più di avere paura ad uscire di casa. Qualcuno intervenga prima che sia troppo tardi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA


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