La Nuova Sardegna

Sassari

Bimba maltrattata, indagati madre e nonni

Bimba maltrattata, indagati madre e nonni

Nell’incidente probatorio davanti al gip la presunta vittima ha raccontato percosse e ingiurie subite

16 dicembre 2020
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SASSARI. Una bambina che a un certo punto racconta a suo padre (che non vive più in casa con lei) che la mamma e i nonni la maltrattano. Ossia la picchierebbero, le risponderebbero con toni decisamente poco gentili e la umilierebbero in più di un’occasione.

Accuse di maltrattamenti che finiscono sulla scrivania di un magistrato sotto forma di denuncia e che determinano l’avvio di un’indagine nei confronti delle persone chiamate in causa dalla bambina: la mamma, la nonna e il nonno.

I tre si sono rivolti agli avvocati Lidia Marongiu, Pierluigi Carta e Arianna Denule per essere assistiti in questa fase molto delicata. Hanno respinto con forza tutte le accuse spiegando di aver sempre trattato in modo amorevole quella figlia e nipote. Ancor più dopo la separazione dei genitori.

Un caso che richiede sicuramente cautela e che ha bisogno di doverosi riscontri prima di approdare in un’aula di tribunale con un processo penale a carico degli indagati.

Intanto, nell’incidente probatorio che si è tenuto alcuni giorni fa nell’aula d’ascolto protetto del palazzo di giustizia di Sassari, la bambina (che ha più di dieci anni) ha confermato quanto aveva già raccontato nella denuncia. Non un passo indietro: «Io sto male, mi picchiano e mi umiliano con brutte parole».

Frasi che hanno necessità di conferme. Ed è anche per questo che il giudice ha chiesto che lo specialista incaricato di eseguire la perizia «riferisca sull’idoneità fisica e mentale della persona offesa a rendere testimonianza, per poter delineare il tipo di rapporto che la stessa ha con la realtà e il suo grado di sviluppo intellettivo, nonché se sono presenti disturbi della sfera cognitiva e affettiva che interferiscono con la percezione del reale o con la capacità di ricordarlo e riferirlo a terzi».

Un accertamento, quindi, che ha come obiettivo quello di valutare la personalità e le dichiarazioni rese dalla giovane vittima che, come è comprensibile, versa «in condizione di particolare vulnerabilità» tenuto conto dello sviluppo psico-emotivo e della rielaborazione di ciò che si presume abbia vissuto. Solo successivamente il giudice deciderà sul rinvio a giudizio o sull’archiviazione delle accuse a carico dei familiari. (na.co.)

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