La Nuova Sardegna

Sassari

Buia e dimenticata, la via così muore

Buia e dimenticata, la via così muore

Le cinquanta attività si sono ridotte a undici: «Il Comune si è dimenticato di noi»

09 gennaio 2021
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SASSARI. Sembra di passeggiare in una città fantasma. Percorrere tutta via Università partendo da largo Ittiri per approdare davanti alla sede storica dell’ateneo, quella che un tempo di chiama Culleziu, è un’esperienza che fa male al cuore.

La via che un tempo pullulava di attività e botteghe oggi è un cimitero di serrande abbassate, di lucchetti arrugginiti e di scritte “vendesi” o “affittasi”. È in questo scenario desolante che dalla mattina presto fino a tarda sera si muovono senza troppo fastidio tossicodipendenti in cerca della dose di eroina o della bottiglia di birra a basso prezzo che trovano nei mini market gestiti dai bengalesi e dai pakistani.

«Avevamo avuto una bella idea per riportare la gente nella via - racconta sconsolato Pinuccio Mangatia dello storico negozio di alimentari - volevamo creare un percorso culinario che, con la strada pedonale, avrebbe coinvolto tutte le attività. Eravamo pronti a partire, ma voi è arrivata la pandemia e tutto si è bloccato. Noi riusciamo a sopravvivere con le consegne a domicilio, ma è sempre più dura».

Basta fare una vasca in mezzo ai palazzi storici e contare le serrande abbassate per scoprire che su cinquanta attività solo undici sono rimaste aperte, sei sono gestite da sassaresi e cinque da stranieri.

«La sera c’è buio - spiega Simone Biasetti della tabaccheria all’angolo con via Turritana – e la gente ha paura. Servirebbero dei punti luce e più controlli da parte delle forze dell’ordine».

Il Comune - dicono in coro i commercianti - si è dimenticato di questo angolo storico della città, è un vero peccato lasciarlo morire. (l.f.)

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