La Nuova Sardegna

Sassari

Latte Dolce cade a pezzi: «Solo incuria e degrado»

di Luigi Soriga
Latte Dolce cade a pezzi: «Solo incuria e degrado»

La rabbia dei residenti: «Buche e pozzanghere e strade vecchie di 20 anni» Il gruppo Fb: «Ci sentiamo periferia, il Comune è del tutto indifferente»

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SASSARI. È città, ma mai come in questo periodo si è sentita periferia. Un mondo a parte, purtroppo dimenticato. Latte Dolce e Santa Maria di Pisa appassiscono ai margini di Sassari, a mollo nella sporcizia e nel degrado più totale. Gli abitanti si sentono completamente abbandonati dalle istituzioni, che sembrano stare alla larga da via Bottego, via da Verrazzano, piazza Dettori, piazza dei Martiri, via Leoncavallo, o ancora piazza Toscanini, o Paganini. E se per caso ci passano, fanno finta di nulla, ma le voragini ogni dieci passi, i cantieri aperti e mai chiusi, le erbacce nelle aiuole, i marciapiedi a pezzi, non possono non notarli. E se passano in auto, l’effetto è quello del videogioco Colin McRae Rally, con le sospensioni delle auto che invocano pietà. Come per la Playstation ci sarebbero diversi percorsi da scegliere, ciascuno con differente difficoltà. Perché l’elenco delle strade e dei luoghi devastati dall’incuria, da queste parti è lunghissimo.

Basta dare un’occhiata al gruppo Facebook “Segnala Latte Dolce & Santa Maria di Pisa”, per assistere alla carrellata quotidiana di immagini da terzo mondo. Uno degli amministratori della pagina è Gianluigi Onida, operatore socio sanitario, 37 anni. Dice: «Sono passati più di vent’anni dall’ultimo rifacimento di moltissime strade. Qui si va avanti solamente con i rattoppi, che durano qualche mese e poi saltano nuovamente. Queste settimane di pioggia hanno dato il colpo di grazia all’asfalto, ci sono pozzanghere gigantesche, basterebbe un breve tour nel quartiere per rendersi conto in che condizioni vivono i residenti. Tutti si sentono cittadini di serie B, assolutamente inascoltati da ogni amministrazione che si è alternata in tutti questi anni. E quella attuale sta dimostrando la stessa identica insensibilità e indifferenza verso il degrado delle periferie. Abbiamo provato a chiedere un intervento, tutti si sono mossi per cercare di smuovere le acque. Ma finora non abbiamo mai ottenuto un solo riscontro. L’assessore Meazza non si è mai visto, e i consiglieri promettono interessamento ma poi tutto finisce qui».

Così il cantiere di via Colombo rimane formato voragine dal primo ottobre, con una buca profonda scavata nell’asfalto, i cavi che spuntano e una recinzione a impedire l’accesso. Oppure la cartolina da Beirut scattata dopo un acquazzone in via Donizetti angolo via Paganini, con le auto che fanno la gimcana tra le pozzanghere ormai formato piscina. «Non ci ricordiamo nemmeno come è fatta una bitumatrice – dicono gli abitanti – ci piacerebbe tanto vederne una».

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