Sassari, sì alla variante per l'area Multineddu
Al posto del centro commerciale mai nato a Zentu Fighi si potrà realizzare una “cittadella di servizi”
SASSARI. L’area di Zentu Fighi, dove dal 2004 sarebbe dovuto sorgere un nuovo maxi centro commerciale targato Multineddu, cambierà volto. Ieri mattina la III commissione, impegnata da qualche seduta a esaminare le osservazioni alle nuove norme tecniche di attuazione del Puc, ha infatti approvato a maggioranza l’osservazione presentata da Ignazio Multineddu, in qualità di rappresentante della “Ugo Multineddu srl” nella quale chiedeva che al terreno venisse cambiata destinazione d’uso: dalla attuale D3, centri commerciali esistenti, a una più “larga” D2.1, insediamenti produttivi compatibili con la residenza. Dove potrebbe sorgere invece di un unico centro commerciale come ora previsto, una serie di attività “spacchettate” commerciali e di servizi. La stessa destinazione d’uso presente nella gran parte della ex Zir insomma.
Una modifica sostanziale che ha innescato inevitabili polemiche, in particolare tra l’assessora all’Urbanistica Alessandra Corda e il consigliere Dem Fabio Pinna, che alla fine non ha partecipato al voto insieme ai consiglieri di centrosinistra Lello Panu e Marco Dettori, a Mariolino Andria e a Francesco Ginesu, con Marco Manca di Sardegna Civica che si è astenuto in attesa «di metabolizzare la grossa novità».
Oggetto del dibattito è stata proprio la portata della variazione urbanistica. Che l’assessora Corda e i tecnici del settore hanno ribadito essere legittima: «Ripariamo – ha sottolineato l’assessora – l’ennesimo errore del Puc, che definiva la zona “centro commerciale esistente” quando è evidente che non è ultimato. Mettendoci al riparo da cause legali che, come è successo per la mancata lottizzazione di in via Budapest, rischiano di costare risarcimenti milionari al Comune. E lo facciamo armonizzando la destinazione d’uso con quelle delle zone confinanti. Permettendo così di valorizzare l’area e fargli svolgere un importante ruolo di cerniera tra la città e la Zir». Posizione contestata duramente da Pinna, che pur non entrando nella legittimità della richiesta presentata dagli eredi Multineddu ha attaccato: «Il problema è che una variazione urbanistica di questa portata va inserita in uno strumento pianificatorio ben più articolato che una semplice osservazione alle norme tecniche di attuazione. Spacchettare un’area che, secondo le previsioni doveva essere sotto una gestione unitaria, aprirla a destinazioni d’uso più che triplicate, farlo senza una analisi di contesto, di quanto questo possa pesare sulla mobilità, ma anche sugli equilibri del resto della città, non è il modo giusto di intervenire. La verità è che si vuole sfuggire a questo dibattito, derubricando a tecnica una decisione che è invece politica, e anche importante».
Di fatto la variazione di destinazione d’uso cambia le carte in tavola per il futuro della zona. Con i figli di Ugo Multineddu che non avrebbero per le mani nessun progetto in particolare, se non la convinzione che il maxi centro commerciale, in costruzione dal 2004, non è più strategico né “completabile”. Al suo posto potrebbe sorgere una cittadella “di servizi”, la cui natura però è ancora tutta da comprendere, e molto dipenderà anche dal fatto se l’aria sarà o no divisa in lotti e venduta, con le diverse attività che a quel punto potrebbero sorgere con autorizzazione diretta degli uffici.
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