La Nuova Sardegna

Sassari

«Sicurezza, privati protagonisti»

di Giovanni Bua
«Sicurezza, privati protagonisti»

Il comandante Serra: «Primi nell’isola con il nuovo regolamento sulla videosorveglianza partecipata»

21 aprile 2021
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SASSARI. «Già oggi l’80 per cento dei casi che affrontiamo è risolto grazie alla videosorveglianza. Con oltre 110 occhi elettronici dislocati nelle zone calde della città che ci permettono di venire a capo di furti, atti vandalici, violenze. E garantire la sicurezza di queste zone già solo con l’effetto dissuasivo del controllo elettronico. Questo, grazie al nuovo regolamento approvato in consiglio comunale, potrebbe moltiplicarsi per dieci, per cento. Con minimi investimenti dei privati e nessun costo per il pubblico. Che si farebbe però garante della tutela e dell’uso dei dati sensibili raccolti. Una rivoluzione, che non vediamo l’ora di vedere dispiegarsi».

Non nasconde la sua soddisfazione il comandante della Polizia locale Gianni Serra, tra i protagonisti del nuovo documento approvato di recente in aula. Che potrebbe enormemente agevolare la gestione dell’ordine pubblico in città, e la tutela delle aree sensibili.

«Si tratta di un regolamento innovativo, che tiene finalmente conto di tutte le modifiche normative dell’ultimo periodo, soprattutto in materia di protezione dei dati sensibili – commenta il sindaco Nanni Campus -. Oltre alla tutela della riservatezza, il documento tiene conto di altre due esigenze imprescindibili: da una parte potenzia la sicurezza di tutta la cittadinanza, creando una rete di video-sorveglianza e garantendo così un controllo capillare di tutto il territorio, dall’altra consente alle realtà che già hanno un sistema di videocamere sugli spazi pubblici di mettersi in regola, con una semplice comunicazione alle autorità competenti. Parlo di condomini, attività commerciali etc che oggi violano la legge riprendendo con proprie apparecchiature spazi pubblici. Naturalmente l’augurio è che anche altri privati decidano di aderire alla videosorveglianza partecipata, posizionando nuovi dispositivi e mettendoli a disposizione delle forze di polizia».

E proprio la videosorveglianza partecipata è il valore aggiunto del documento, primo nel suo genere nell’Isola e tra i primi in Italia.

«Fino ad ora – spiega il comandante Gianni Serra – la normativa sulle telecamere private era stringente, non potevano infatti essere rivolte verso aree pubbliche. Ora con una semplice proposta all’amministrazione si potrà chiedere di installare un impianto che “guardi” alla strada, alla piazza. Il progetto verrà valutato dalla polizia locale dal punto di vista della “necessità” nell’ambito della sicurezza. E dal Ced per quanto riguarda la parte di interconnessione. Poi, dopo un passaggio nel tavolo tecnico di ordine e sicurezza pubblica, con il privato che si accolla i costi, entrerà in funzione, con le immagini che verranno conservate in un server della polizia locale e saranno a disposizione di tutte le forze dell’ordine». «Nasce così una cooperazione importante – continua Serra –. Al pubblico infatti è delegato il delicatissimo uso di dati sensibili, ai quali chiaramente il privato non può accedere. Il privato però guadagna la messa in sicurezza della strada o della zona dove abita, o dove c’è la sua attività. E questo può essere fatto da gruppi di attività, centri commerciali naturali, associazioni di categoria, condomini, complessi, abbattendo ulteriormente spese già non altissime. E garantendo a tutti un “occhio” che aiuti la città a vivere in serenità e in sicurezza».

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