La Nuova Sardegna

Sassari

Panificio ostaggio della strada dimenticata

Panificio ostaggio della strada dimenticata

Bonnanaro, via Nazionale è piena di buche e i clienti sono costretti a camminare tra le pozzanghere

30 aprile 2021
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BONNANARO. Via Nazionale a Bonnanaro piena di buche, un vero incubo dei titolari del panificio. «Siamo vittime della scarsa manutenzione della strada da parte delle istituzioni». E’ una storia che si protrae da tanto, forse troppo tempo, quella che vede protagonisti i titolari del dell’unico panificio, che da tempo sollecitano le istituzioni affinché mettano fine ad una situazione divenuta un vero e proprio disagio che non può più attendere. Oggi più che mai la pandemia obbliga i clienti a sostare all’esterno della rivendita, e nei giorni piovosi la scena si svolge sempre nello stesso modo: le persone sul ciglio del marciapiede in attesa del proprio turno; una macchina sfreccia sulla pozzanghera, facendo una bella doccia di fango ai malcapitati. Quando piove, il rischio di beccarsi una bella doccia di fango è sempre dietro l’angolo, e i pedoni lo sanno bene. Se piove, corresponsabili anche le numerose buche che rendono le strade dei paesi dei veri e propri colabrodo, i passanti sono spesso chiamati a proteggersi non solo dall’acqua che cade dal cielo, ma anche da quella che le auto in transito schizzano dalle pozzanghere. Lo sanno bene anche i cittadini di Bonnanaro, per i quali andare a compare il pane, nel panificio, è divenuto un serio problema. Via Nazionale (ex Carlo Felice) è una strada principale di proprietà della Provincia, dove il forno ha l’accesso rivendita del pane. A causa della presenza delle buche proprio in prossimità dell’ingresso della rivendita i clienti devono sostare fuori dal negozio rischiando una doccia d’acqua oppure, se automuniti, attendere dentro la propria automobile sulla carreggiata della strada creando un evidente disagio alla circolazione del traffico. «Non è possibile proseguire di questo passo dobbiamo essere tutelati. Siamo stanchi», hanno concluso.

Daniela Deriu

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