La Nuova Sardegna

Sassari

«Il Centro autismo non può chiudere»

«Il Centro autismo non può chiudere»

Caso Gena: il Pd prende posizione contro le dimissioni forzate dei sei pazienti

26 giugno 2021
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SASSARI. Il problema delle imminenti dimissioni forzate di sei pazienti autistici dal Centro della GeNa diventa un caso politico con una nota firmata dal capogruppo in consiglio regionale del Pd Gianfranco Ganau e dal gruppo in consiglio comunale dello stesso partito composto da Giuseppe Masala, Fabio Pinna, Giuseppe Mascia e Carla Fundoni.

La decisione, anticipata nei giorni scorsi dalla “Nuova Sardegna”, è stata presa dall’Ats per problemi di budget e il Pd prende posizione contro il provvedimento: « Si tratta di un fatto gravissimo che non tiene in minima considerazione la condizione di particolare fragilità dei soggetti interessati che, al di fuori di ogni logica assistenziale, vengono trattati come pacchi postali e trasferiti senza alcuna valutazione delle condizioni individuali né alcuna specifica preparazione – si legge nella nota –. Ancora una volta, ricordiamo la vicenda dello spostamento dell’Uonpia nello stabile di San Camillo, l’Ats sembra non cogliere quello che dovrebbe essere il bene primario da tutelare, cioè la salvaguardia della continuità assistenziale per questo tipo di pazienti ed i disagi per le loro famiglie, già abbondantemente provate dalle criticità emerse in questo ultimo anno caratterizzato dalla crisi pandemica.La decisione presa oggi mette, tra l’altro, in grave difficoltà un centro che da oltre 50 anni rappresenta una eccellenza nel panorama assistenziale del Nord Sardegna».

«Non è possibile che, ad oggi, si verifichino situazioni simili e che persista una incredibile sproporzione del budget attribuito alla sanità privata su base territoriale che arrivi, come denunciato anche dalla Nuova, a un rapporto di 10 a 1 a favore dell’area cagliaritana – chiude il documento. L’intervento fatto di recente dalla giunta regionale, a favore di un riequilibrio nella distribuzione delle risorse è evidentemente ancora insufficiente per arrivare ad una disponibilità paritaria di servizi e prestazioni sanitarie garantita a tutti i cittadini sardi. Chiediamo che l’Ats revochi immediatamente il provvedimento e studi ogni possibile soluzione per garantire la continuità assistenziale».

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