lo stupro nel casolare di codrongianos
Arrestato all’aeroporto di Lisbona il marocchino latitante da mesi
SASSARI. È stato fermato a Lisbona, appena sceso dall’aereo, Mohamed Laaraj il marocchino accusato di aver violentato, insieme al connazionale Redouane El Hani, una donna attirata in una trappola su...
23 luglio 2021
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SASSARI. È stato fermato a Lisbona, appena sceso dall’aereo, Mohamed Laaraj il marocchino accusato di aver violentato, insieme al connazionale Redouane El Hani, una donna attirata in una trappola su facebook e poi stuprata in un casolare a Codrongianos. Durante la violenza la vittima era stata fotografata e poi minacciata dall’uomo conosciuto sui social e del quale si era fidata e dal suo complice che aveva preso parte allo stupro.
L’accusa per entrambi (difesi dall’avvocato Claudio Mastandrea) è di violenza sessuale di gruppo. El Hani da qualche tempo si era trasferito in un paesino della provincia di Mantova, mentre Laaraj si era reso irreperibile da mesi. Su di lui pendeva un mandato di cattura europeo e alcuni giorni fa il 33enne è stato rintracciato, arrestato e portato nel carcere di Rebibbia. Il legale Mastandrea ha presentato un’istanza al Riesame e nell’udienza che si è tenuta due giorni fa ha chiesto la scarcerazione del suo assistito. Secondo l’avvocato l’uomo non si era reso irreperibile e non era conoscenza del fatto che a suo carico ci fosse un divieto di avvicinamento alla vittima. Il collegio si è riservato.
Per un po’ di tempo la donna, una cinquantenne di un paese dell’Oristanese, terrorizzata dalle minacce ricevute dai due indagati, non aveva fatto parola con nessuno di quello che le era accaduto durante l’appuntamento, trasformatosi nel peggiore degli incubi. L’inchiesta era partita solo un paio d’anni dopo, quando i carabinieri della compagnia di Porto Torres avevano captato una frase della vittima durante un’intercettazione legata a un’altra inchiesta per droga ed erano scattate le indagini. La donna era stata convocata in caserma e davanti ai carabinieri aveva raccontato tutto, spiegando – in lacrime – di non aver avuto la forza di presentare una denuncia. (na.co.)
L’accusa per entrambi (difesi dall’avvocato Claudio Mastandrea) è di violenza sessuale di gruppo. El Hani da qualche tempo si era trasferito in un paesino della provincia di Mantova, mentre Laaraj si era reso irreperibile da mesi. Su di lui pendeva un mandato di cattura europeo e alcuni giorni fa il 33enne è stato rintracciato, arrestato e portato nel carcere di Rebibbia. Il legale Mastandrea ha presentato un’istanza al Riesame e nell’udienza che si è tenuta due giorni fa ha chiesto la scarcerazione del suo assistito. Secondo l’avvocato l’uomo non si era reso irreperibile e non era conoscenza del fatto che a suo carico ci fosse un divieto di avvicinamento alla vittima. Il collegio si è riservato.
Per un po’ di tempo la donna, una cinquantenne di un paese dell’Oristanese, terrorizzata dalle minacce ricevute dai due indagati, non aveva fatto parola con nessuno di quello che le era accaduto durante l’appuntamento, trasformatosi nel peggiore degli incubi. L’inchiesta era partita solo un paio d’anni dopo, quando i carabinieri della compagnia di Porto Torres avevano captato una frase della vittima durante un’intercettazione legata a un’altra inchiesta per droga ed erano scattate le indagini. La donna era stata convocata in caserma e davanti ai carabinieri aveva raccontato tutto, spiegando – in lacrime – di non aver avuto la forza di presentare una denuncia. (na.co.)