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Sassari

Trapianti, crescono le donazioni

Trapianti, crescono le donazioni

Due negli ultimi giorni, 37 le segnalazioni nel 2021. Ma nel 30% dei casi idonei i parenti si oppongono

09 ottobre 2021
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SASSARI. L’Aou, con 37 segnalazioni di potenziali donatori nei primi nove mesi del 2021, è ancora una volta una risorsa importante per l’Isola e per il resto d’Italia nell’ambito delle donazioni di organi. Un ruolo che, di recente, è stato confermato nell’audit effettuato a Sassari dal Centro regionale trapianti.

Un incontro che ha permesso di evidenziare la correttezza nell’applicazione delle procedure utilizzate nell’ambito delle donazioni di organi. Seguite anche in occasione delle due ultime donazioni avvenute proprio alcuni giorni fa al “Santissima Annunziata”. A donare sono stati due ottantenni. Grazie al gesto di grande generosità e sensibilità dei familiari che hanno dato il consenso, è stata data una nuova speranza a pazienti che avevano necessità di fegato e cornee.

«L’esito dell’audit è un risultato positivo – afferma la coordinatrice locale dei trapianti, la dottoressa Paola Murgia della Rianimazione del Santissima Annunziata – perché conferma Sassari come un punto di riferimento fondamentale nel sistema dei trapianti, a livello regionale e nazionale. Questo perché con le segnalazioni facciamo registrare numeri simili a quelli fatti dai grandi centri».

«Ma ci sono anche azioni che dobbiamo mettere in campo per migliorare – prosegue – come quella di aumentare le segnalazioni, riducendo le opposizioni che, a oggi, rappresentano ancora il 30 per cento».

Una quota elevata, se si considera appunto che nel 2021 su 37 segnalazioni ben 20 sono stati i donatori effettivi e 10 le opposizioni.

A essere donati, in prevalenza, reni e fegato, seguiti da cuore, polmoni e cornee.

Nell’Aou di Sassari, sono impegnati in questo campo la coordinatrice locale e due infermieri. Ma a loro si aggiungono, nel momento in cui si concretizza la donazione, anche il personale della Rianimazione, gli operatori delle sale operatorie, gli anestesisti, numerose altre figure professionali come i medici della direzione medica di presidio, i neurologi, i medici della Medicina legale, i tecnici di elettro-fisiopatologia, il personale del laboratorio analisi di Patologia clinica e di Microbiologia e virologia, i radiologi, il personale dell’Anatomia patologica, epatologi e oculisti e tutte le altre figure professionale che, di volta in volta, vengono coinvolte nella valutazione del potenziale donatore. Un vero e proprio team che lavora seguendo un protocollo prestabilito che, di recente, è stato anche codificato con la delibera aziendale che ha approvato la “procedura aziendale per l’accertamento di morte encefalica e donazione d’organo”. Un documento che illustra e precisa il percorso aziendale riguardante la corretta individuazione del potenziale donatore di organi, la corretta diagnosi di morte encefalica, la verifica del rispetto della normativa vigente relativa all’accertamento di morte e donazione di organi/tessuti, il corretto mantenimento del potenziale donatore, la verifica di espressione di volontà del paziente e comunicazione ai familiari.



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