La Nuova Sardegna

Sassari

Sputi e calci alla moglie il marito finisce a processo

di Nadia Cossu
Sputi e calci alla moglie il marito finisce a processo

Accusato di maltrattamenti un 42enne. Il pm: vittima picchiata, offesa e umiliata L’imputato avrebbe minacciato la donna: «Uno di questi giorni ti ammazzo»

20 novembre 2021
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SASSARI. «Pulisci, schiava!». Una frase che da sola basterebbe a riassumere la condizione nella quale era costretta a vivere una donna sassarese di 43 anni. Moglie e madre offesa e umiliata da quel marito che ora è finito davanti al giudice per maltrattamenti.

Ieri mattina la testimonianza della sorella della vittima che ha raccontato alcune confidenze che la donna le avrebbe fatto e in particolare di come gli episodi di violenza si fossero intensificati negli ultimi anni di matrimonio. «Mia sorella mi raccontava che il marito spesso rientrava a casa ubriaco e le metteva le mani addosso. Mi disse che un giorno le diede un calcio mentre stava stirando». Poi c’erano le umiliazioni e le offese dure e cariche di disprezzo: «Sei brutta, sei malata, sei ritardata». Fino a compiere un gesto tra i più riprovevoli: sputarle in faccia. Era stata la stessa bambina, una delle figlie della coppia, a raccontarlo alla zia: «Sì, mia nipotina un giorno mentre eravamo insieme in macchina mi disse: “Zia, lo sai che babbo ha sputato addosso a mamma?”».

Esasperazione che aveva spinto la donna a trovare rifugio nel centro antiviolenza Aurora di Sassari. «Mia sorella mi raccontò che le bambine, dopo la prima notte trascorsa al centro, dissero: “Abbiamo dormito veramente bene senza le urla di babbo”». Frase che renderebbe bene l’idea del clima di tensione e di paura che si respirava in quella abitazione.

Nella richiesta di rinvio a giudizio sono descritte le accuse a carico dell’uomo (un 42enne, difeso dall’avvocato Maurizio Serra, di cui non si rendono note le generalità per tutelare i figli minori). L’imputato avrebbe «maltrattato la moglie, pur in presenza dei bambini, abusando sistematicamente di bevande alcoliche e così dilapidando le entrate familiari, ingiuriandola ripetutamente e sminuendola con espressioni umilianti quali “pezzo di mer.., vai e ammazzati, non vali niente” ed altre del medesimo tenore, sputandole addosso e lanciandole il cibo, minacciandola anche di morte con espressioni quali “uno di questi giorni ti faccio male, ti ammazzo”». E poi le aggressioni fisiche: «Schiaffi, calci e spintoni» con danneggiamento dell’arredamento della casa di famiglia.

A un certo punto la donna, esausta, ha chiesto la separazione riuscendo ad allontanarsi definitivamente dall’ex marito denunciandolo alla polizia.

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