La Nuova Sardegna

Sassari

Campus universitario, fondi a rischio

di Roberto Sanna
Campus universitario, fondi a rischio

Corsa contro il tempo per salvare un finanziamento di 26 milioni, il sindaco lancia l’allarme in consiglio comunale

21 novembre 2021
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SASSARI. Un tempo i milioni erano quaranta, poi sono diventati ventisei. E il campus universitario, idea che ha attraversato il mandato di diversi sindaci e rettori, è transitato (progettualmente parlando) dal centro città alle periferie e ora rischia di svanire. Un po’ come la vecchia canzone dell’hully gully, dove comincia a ballare uno solo, poi in tanti gli vanno dietro ma alla fine tutti lasciano da solo il primo che è sceso in pista. Adesso il Comune e l’Università, anche se su posizioni non sempre convergenti, spingono per trovare una soluzione e pressano a tutto campo sull’Ersu.

E la sabbia della clessidra sta cominciando a scivolare inesorabilmente, tanto che nello scorso consiglio comunale il sindaco Nanni Campus ha fatto un passaggio importante sull’argomento: Sassari, è il succo del discorso, rischia di perdere un importante finanziamento impantanandosi sulla location di questa residenza. Bloccato definitivamente dalla Soprintendenza il cantiere di San Lorenzo, dove sono stati trovati importanti resti archeologici, bisogna decidere una nuova destinazione. E bisogna anche decidere in fretta perché la mannaia sta per calaresu quel che resta del sontuoso finanziamento iniziale concesso dalla Regione. Una situazione per certi versi simile a quanto accaduto per la metropolitana di superficie, con Nanni Campus che pur di non far sfumare i fondi ha accettato “obtorto collo” un tracciato per Li Punti definendolo «il meno peggio dei due a disposizione». Per questo il sindaco, da sempre molto attento sul versante dei finanziamenti, ha fatto suonare il campanello d’allarme in consiglio comunale proponendo anche, con la formula del comodato gratuito, l’area dell’ex colonia campestre sulla quale edificare una nuova struttura.

Stessa voglia di arrivare a una conclusione della querelle anima il rettore dell’Ateneo Gavino Mariotti, che già in estate aveva formalizzato una proposta operativa: la riqualificazione dello stabile dell’ex Brefotrofio, a fianco alla chiesa di San Pietro in Silki. Struttura non nuovissima, abbandonata da diversi anni, che verrebbe ceduta per quattro milioni all’Ersu lasciandone liberi così una ventina per rimetterla a nuovo; l’altra opzione disponibile è quella di demolire lo stabile e ricostruirlo, con l’obbligo della Soprintendenza di non superare l’attuale cubatura. Mariotti, in una lettera inviata al presidente dell’Ersu Massimo Sechi e all’assessore regionale alla Cultura Andrea Biancareddu, aveva sottolineato la posizione strategicadella struttura «in una zona dove gravitano nelle vicinanze i Dipartimenti di Scienze Chirurgiche, Scienze Biomediche e Agraria, con un totale di oltre 4.500 studenti. In più, è situata a 100 metri dalla fermata della metropolitana di superficie e a 400 metri dalla mensa universitaria». In ogni caso il rettore ha una linea contraria a qualsiasi soluzione che tenga gli studenti lontano dalla città. L’Ersu invece ha sempre avuto l’idea di un campus all’americana, decisamente poco compatibile con l’ex Brefotrofio.

In realtà le soluzioni prospettate, in tutti questi anni, sono state diverse. E diverse anche quelle prospettate da più parti dopo l’imprevisto stop degli scavi a San Lorenzo. A risolvere tutto potrebbe essere il presidente della Regione Christian Solinas, più volte investito del problema, ma il vero rischio è che i tempi si allunghino e i finanziamenti, senza una precisa destinazione, vengano dirottati verso altri lidi come già successo per i primi 14 milioni. Sarebbe uno smacco che la città di Sassari non può permettersi assolutamente di subire.

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