Viaggio in città a bordo dei bus: tutti con la Ffp2
di Nadia Cossu
Rispetto assoluto delle regole sui mezzi dell’Atp dove sono obbligatori green pass e mascherine
30 dicembre 2021
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SASSARI. Bianche, nere, fucsia e persino giallo fluo. Il colore non importa, il rispetto delle regole sì e a Sassari è assoluto. A bordo degli autobus dell’Atp si sale solo con la mascherina Ffp2 e tra le 11 e le 12.30 del mattino nei mezzi pubblici in giro per la città tutti la indossano. Non uno che provi a fare il “furbo”, rispettato anche il distanziamento e in molti casi utilizzato l’igienizzante messo a disposizione degli utenti.
A 24 ore dal primo dell’anno nuovo gli autobus che collegano centro e periferia non sono particolarmente affollati, sarà perché la capienza è stata leggermente ridotta, sarà perché «per salire a bordo – è scritto in uno dei cartelli affissi sulle portiere del mezzo – è obbligatorio il green pass» oppure perché la gente – soprattutto in questi ultimi giorni che hanno registrato un’impennata di contagi – ha semplicemente paura. Sentimento palpabile: «Un’amica di mia figlia è positiva – racconta una passeggera a un’altra seduta davanti a lei (rigorosamente di spalle) – la sera di Natale si sono salutate, ma frettolosamente. Però lei ha paura, farà un tampone, speriamo bene...». Risposta dell’altra signora: «Anche mia figlia ha alcuni amici col covid, li ha visti il giorno della vigilia, non sa cosa fare. Sono passati cinque giorni, sta bene...».
C’è incertezza, c’è preoccupazione e se ne parla, perché confronto e sfogo reciproci servono a dare sollievo. E forse anche questo spinge le persone a prendere le dovute e doverose precauzioni.
Via Roma, via Cagliari, via Brigata Sassari, viale Umberto, ponte Rosello. E, ancora, viale Dante, corso Margherita di Savoia, via Carlo Felice, via Gramsci, piazzale Segni. Il viaggio a bordo dei mezzi dell’Atp è lungo ma illuminante: a bordo, in circa un’ora e mezza di percorsi differenziati, di mattina non sale una sola persona senza la mascherina Ffp2. Solo in un caso, in una fermata, una ragazza che aspetta l’autobus rimane a terra. L’avvisa una passeggera che come lei deve prendere la linea 8: «Scusi, lo sa che non può salire senza la Ffp2?». «Ma io ho la mascherina chirurgica» risponde lei mentre la toglie dalla tasca. «No, è obbligatoria l’altra, altrimenti non è possibile». E così è costretta a rinunciare: ringrazia, sbuffa e si allontana a piedi.
Nei mezzi dell’Atp di Sassari, puliti e silenziosi, la comunicazione è efficiente. Non possono sfuggire gli obblighi e nemmeno i suggerimenti: “Evitare il posizionamento faccia a faccia”, anche questo è scritto e illustrato in un cartello ben visibile. E poi c’è l’obbligo del green pass: «Fino a oggi – dicono quattro signore in viale Dante – non ce lo ha chiesto nessuno. Però se sale un controllore, e può capitare in qualsiasi momento, e te lo chiede, allora lo devi esibire». I cittadini stanno dimostrando responsabilità e senso civico. Senza distinzione di età. Perché un altro aspetto incoraggiante è che a rispettare le regole a bordo degli autobus siano anche i giovani, in alcuni casi giovanissimi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
A 24 ore dal primo dell’anno nuovo gli autobus che collegano centro e periferia non sono particolarmente affollati, sarà perché la capienza è stata leggermente ridotta, sarà perché «per salire a bordo – è scritto in uno dei cartelli affissi sulle portiere del mezzo – è obbligatorio il green pass» oppure perché la gente – soprattutto in questi ultimi giorni che hanno registrato un’impennata di contagi – ha semplicemente paura. Sentimento palpabile: «Un’amica di mia figlia è positiva – racconta una passeggera a un’altra seduta davanti a lei (rigorosamente di spalle) – la sera di Natale si sono salutate, ma frettolosamente. Però lei ha paura, farà un tampone, speriamo bene...». Risposta dell’altra signora: «Anche mia figlia ha alcuni amici col covid, li ha visti il giorno della vigilia, non sa cosa fare. Sono passati cinque giorni, sta bene...».
C’è incertezza, c’è preoccupazione e se ne parla, perché confronto e sfogo reciproci servono a dare sollievo. E forse anche questo spinge le persone a prendere le dovute e doverose precauzioni.
Via Roma, via Cagliari, via Brigata Sassari, viale Umberto, ponte Rosello. E, ancora, viale Dante, corso Margherita di Savoia, via Carlo Felice, via Gramsci, piazzale Segni. Il viaggio a bordo dei mezzi dell’Atp è lungo ma illuminante: a bordo, in circa un’ora e mezza di percorsi differenziati, di mattina non sale una sola persona senza la mascherina Ffp2. Solo in un caso, in una fermata, una ragazza che aspetta l’autobus rimane a terra. L’avvisa una passeggera che come lei deve prendere la linea 8: «Scusi, lo sa che non può salire senza la Ffp2?». «Ma io ho la mascherina chirurgica» risponde lei mentre la toglie dalla tasca. «No, è obbligatoria l’altra, altrimenti non è possibile». E così è costretta a rinunciare: ringrazia, sbuffa e si allontana a piedi.
Nei mezzi dell’Atp di Sassari, puliti e silenziosi, la comunicazione è efficiente. Non possono sfuggire gli obblighi e nemmeno i suggerimenti: “Evitare il posizionamento faccia a faccia”, anche questo è scritto e illustrato in un cartello ben visibile. E poi c’è l’obbligo del green pass: «Fino a oggi – dicono quattro signore in viale Dante – non ce lo ha chiesto nessuno. Però se sale un controllore, e può capitare in qualsiasi momento, e te lo chiede, allora lo devi esibire». I cittadini stanno dimostrando responsabilità e senso civico. Senza distinzione di età. Perché un altro aspetto incoraggiante è che a rispettare le regole a bordo degli autobus siano anche i giovani, in alcuni casi giovanissimi.
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