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Sassari, il bar resta chiuso: San Donato fa festa

Sassari, il bar resta chiuso: San Donato fa festa

Nel locale risse continue, schiamazzi, musica ad alto volume L’ordinanza del Comune apre a nuove attività nel quartiere

05 aprile 2022
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SASSARI. Prima l’ordinanza emessa dal sindaco - a conclusione di una serie di accertamenti e controlli da parte degli agenti della polizia locale - con il provvedimento che stabiliva 90 giorni di chiusura per il bar che si trova nel quartiere di San Donato. Poi il contenzioso tra la proprietà dell’immobile e i gestori del pubblico esercizio (alcuni operatori nigeriani) con la decisione finale di non consentire la prosecuzione di una attività che aveva creato gravi problemi con i residenti. E il quartiere di San Donato, nel cuore del centro storico, ha tirato un sospiro di sollievo. Ora la speranza è che il locale possa essere destinato - come negli auspici del comitato di quartiere - per lo svolgimento di attività culturali utili al rilancio del centro storico.

La decisione del Comune era arrivata dopo innumerevoli segnalazioni - esposti ma anche comunicazioni verbali - (molte persone non avevano nascosto la paura di ritorsioni) fatte alle forze dell’ordine e alle due stazioni mobili della polizia locale presenti al centro.

I residenti lamentavano schiamazzi di giorno e di notte, risse tra gli avventori del bar di via San Donato 12, la musica a volume sempre molto alto, l’assenza del decoro urbano (urine e feci umane davanti alle abitazioni vicine al bar).

E ogni giorno gli operatori ecologici erano chiamati a ripulire la zona dalle siringhe e bottiglie abbandonate per terra. Molti passanti hanno raccontato di aver ricevuto proposte di natura sessuale e di vendita di sostanze stupefacenti. Anche un agente della polizia locale era stato aggredito durante un controllo.

Nel corso di un intervento delle forze dell’ordine era stato anche rilevato un problema piuttosto grave: la “carenza di sorvegliabilità”, elemento fondamentale previsto dalla normativa su questo tipo di locali.

C’era poi il problema dell’illuminazione interna assolutamente insufficiente e al locale mancava l’insegna. La Questura, per quanto di competenza, aveva proposto al Comune di valutare la revoca della licenza. Una situazione alla quale si erano sommati i problemi di ordine pubblico, oltre a quelli di carattere igienico-sanitario, disturbo alla quiete pubblica e violazione delle norme anti-Covid.

L’ultimo sopralluogo degli agenti della polizia locale aveva confermato la gravità della situazione. Così era scattata la chiusura per i 90 giorni. Poi l’intervento della proprietà. Ora il locale è stato sgomberato e può essere destinato ad attività utili al quartiere nell’ottica di un centro storico da rilanciare. (g.baz.)

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