SASSARI. «Dopo ventiquattro ore di attesa su una barella, si sono finalmente presi cura di mio marito solo quando il nostro avvocato ha chiamato il 112 e spiegato prima ai carabinieri e poi alla polizia che era disumano tenere un uomo di quell’età, per lo più invalido, senza neanche cercare di capire cosa avesse».
L’uomo, un ex muratore di Banari, aveva un ictus ischemico in corso, ma questo si è scoperto solo dopo un intero giorno di attesa su una barella, perché per 24 interminabili ore - hanno denunciato la moglie e le due figlie - nessuno si è preso cura di lui. Dopo l’intervento della polizia il pensionato è stato finalmente visitato e poi trasferito nel reparto di Neurologia, dove i medici gli hanno diagnosticato l’ischemia, prima di affidarlo alle cure dei colleghi della Patologia Medica, dove è tutt’ora ricoverato.
I prossimi giorni sarà lo stesso legale della famiglia che ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, a presentare - per conto della moglie e delle due figlie del pensionato - un esposto alla Procura della Repubblica di Sassari e alla direzione sanitaria dell’Aou. «Domenica sera mio marito ha iniziato a star male - racconta la moglie del 70enne - aveva lo sguardo spento e non riusciva più a muovere gli arti».
La donna si è preoccupata e ha chiamato immediatamente il 118. Da Banari l’ambulanza di base è partita per raggiungere l’ospedale poco dopo le 21 con un codice “arancione”, assegnato dalla centrale operativa di Sassari, dopo le informazioni ricevute dai volontari che lo hanno soccorso nella sua abitazione. Verso le 22 di domenica sera l’ex muratore ha fatto ingresso al pronto soccorso di viale Italia e da quel momento è iniziato per lui un calvario interminabile che potrebbe finire presto in un fascicolo della magistratura. A dilatare i tempi è stato inizialmente il declassamento da codice “arancione” a codice “verde” (quello meno urgente) stabilito al momento del “triage”, il metodo di valutazione e selezione usato all’arrivo in pronto soccorso per assegnare il grado di priorità del trattamento quando si è in presenza di molti pazienti.
«Passavano le ore - racconta la moglie del pensionato - e nessuno, nonostante le mie richieste, si avvicinava alla barella su cui era stato adagiato mio marito». Non sapendo a chi rivolgersi lunedì sera la donna ha chiesto aiuto all’avvocato di famiglia. Il legale, messo in contatto telefonico con uno dei medici presenti al pronto soccorso, avrebbe ricevuto una risposta scioccante. «Più mi chiedete di visitarlo - avrebbe risposto il medico - e più aspetta». A quel punto l’avvocato ha composto il 112 e chiesto un intervento urgente delle forze dell’ordine. La zona di viale Italia quella sera era di competenza della polizia e pochi minuti dopo, intorno alle 22, gli agenti della Volante hanno fatto ingresso in ospedale. Dopo un giorno di attesa il pensionato è stato finalmente visitato e solo a quel punto si è scoperto che molto probabilmente si sarebbe dovuti intervenire ventiquattro ore prima.