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Il caso

Sassari, la chiesetta di Viziliu chiusa da un anno: contenzioso tra fedeli e parroco

di Luca Fiori
Sassari, la chiesetta di Viziliu chiusa da un anno: contenzioso tra fedeli e parroco

Alcuni residenti chiedono di riaprirla. Il sacerdote: «Venite a Bancali»

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Sassari Il “casus belli” sarebbe stato un corso di cucito. Lezioni di ago e filo e qualche chiacchiera nella sala parrocchiale, organizzate senza l’autorizzazione (e benedizione) del parroco. «Erano le mie più strette collaboratrici e mi sono sentito tradito» racconta a malincuore don Antonio Serra, alla guida dal 2011 della parrocchia di “San Gavino Martire” di Bancali e fino alla fine del 2022 guida spirituale presente - una volta alla settimana - anche nella frazione di Viziliu, per la messa del sabato pomeriggio nella chiesetta campestre dedicata alla “Beata Maria Vergine Regina”.

«Per nove anni ho detto messa a Viziliu per cinque o sei persone – spiega don Antonio – e per un periodo sono stato sostituito da un altro sacerdote, ma obiettivamente non era più possibile, con l’attuale carenza di vocazioni, assicurare la celebrazione tutte le settimane per così pochi fedeli. Quando poi ho saputo che a mi a insaputa – aggiunge il parroco – era stato organizzato un corso di taglio e cucito dentro la sala parrocchiale ho chiesto alle fedeli di riavere indietro le chiavi della chiesetta. Non avendole ricevute, ho dovuto far cambiare le serrature».

Costruita alla fine degli anni Settanta dai residenti della frazione di Viziliu su un terreno donato alla Diocesi di Sassari da un privato, la chiesetta della “Beata Maria Vergine Regina”, per chi abita in queste campagne a pochi chilometri da Li Punti e da Bancali è un po’ come il simbolo della borgata. «Da un giorno all’altro – racconta un gruppo di abitanti di Viziliu – ci siamo ritrovati senza la messa settimanale e con la chiesa chiusa. Per noi era l’unico luogo – spiegano i fedeli – in cui trovarci e sentirci comunità». Qualche mese fa, un anno dopo la chiusura e l’interruzione della celebrazione eucaristica del sabato, il gruppo di residenti si è rivolto all’avvocato Paola Milia che ha inviato un raccomandata all’arcivescovo di Sassari monsignor Gian Franco Saba e per conoscenza a don Antonio Serra. «Abbiamo chiesto all’arcivescovo – spiegano le fedeli davanti al cancello chiuso – che la chiesetta venga riaperta per venire incontro agli anziani con difficoltà di deambulazione e privi di mezzi di trasporto e di poter rientrare in possesso di alcuni beni prestati alla parrocchia, alcuni dei quali di valore, come una statua di Sant’Antonio da Padova acquistata dalle persone della borgata». Raccomandata alla quale non sarebbe seguita alcuna risposta.

«Avrei preferito che venissero a parlare con me – spiega don Antonio Serra – invece di rivolgersi a un avvocato. La chiesetta della Beata Maria Vergine Regina – aggiunge – non è parrocchiale, ma una delle tante chiesette campestri presenti nelle campagne di Sassari, la maggior parte delle quali vengono aperte una volta l’anno per la festa del patrono. Il gruppo di residenti che si è rivolto all’avvocato – precisa il sacerdote – dovrebbe capire che la chiesetta è di proprietà della Curia e non può essere gestita come un bene privato, dove organizzare un corso di cucito in cui per fortuna nessuno si è fatto male. La chiesa parrocchiale – conclude il sacerdote – anche per loro è quella di Bancali, a pochi minuti di auto dalle loro abitazioni. È qui che li attendo per parlare e trovare insieme una soluzione a una questione che si sarebbe potuta affrontare senza ricorrere ad avvocati e raccomandate».


 

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