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La gara

Sassari, all’asta il padiglione Santa Luisa: vale 6 milioni ma sarà venduto per molto meno. Ecco perché

di Davide Pinna
Sassari, all’asta il padiglione Santa Luisa: vale 6 milioni ma sarà venduto per molto meno. Ecco perché

Si tratta di uno degli edifici storici del complesso della Divina Provvidenza inserito in una procedura di fallimento

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Sassari Ancora un capitolo, e non sarà l’ultimo, nella travagliata vicenda del fallimento della Divina Provvidenza. È finito all’asta giudiziaria uno degli edifici storici del complesso, quello che si affaccia su piazza Sant’Agostino, conosciuto come padiglione Santa Luisa. L’ordine del giudice è arrivato il 3 novembre e si tratta del primo tentativo di gara. Valore Il prezzo stimato dal perito Gianmarco Pilo è di un milione e 160mila euro. Potrebbe sembrare un affare per un fabbricato di quelle dimensioni, più di 13mila metri quadri, e quella posizione, a due passi da 131 e Sassari-Alghero e davanti alla chiesa di Sant’Agostino, ma la verità dietro il numero è un’altra. Il vero valore stimato dell’edificio è di oltre 6 milioni, ma il perito ha sottratto i costi necessari per ristrutturare e riorganizzare gli spazi – ipotizzando una destinazione residenziale del fabbricato -, circa 5 milioni: il calcolo è presto fatto. Le offerte andranno presentate entro mezzogiorno del 12 gennaio.

Vincoli

Il fabbricato non è più utilizzato da anni: le attività della casa di riposo si svolgevano nel Padiglione Sant’Anna, dall’altra parte della strada. Ma è l’unico che può essere messo in vendita dei quattro immobili che fanno parte della procedura di fallimento, perché è il solo che non sorge su un terreno gravato da diritti di uso civico. Questo però non vuol dire che non ci siano vincoli di altro genere: il fabbricato è stato dichiarato bene di interesse culturale dalla Soprintendenza, che ha la propria sede di fronte. Il curatore fallimentare Francesco Sotgiu ha chiesto al ministero della Cultura l’autorizzazione all’alienazione, ma il nulla osta non è ancora arrivato: il ministero ha tempo sino al 21 febbraio per esprimersi.

Bene culturale

La vendita, perciò, sarà condizionata al provvedimento ministeriale. Non solo, trattandosi di un bene culturale, il ministero potrà comunque esercitare il diritto di prelazione in caso di vendita, acquistando l’immobile allo stesso prezzo indicato nell’offerta vincente.

Urbanistica

L’edificio si trova in zona A1, quindi all’interno del centro storico. Diverse le destinazioni d’uso possibili per la palazzina: da quella ricettiva al commercio, passando per il residenziale, gli uffici, l’istruzione, i servizi e, com’era in passato, le strutture sanitarie e di residenza. Al piano terra ci sono diversi locali di servizio, cucine, depositi e spazi comuni, mentre al primo piano ci sono gli uffici e una cappella. Al secondo piano esistono attualmente 19 stanze mentre le camere del terzo piano sono 26. Il fallimento È una storia complessa e per certi versi dolorosa, quella della liquidazione giudiziaria della storica fondazione di assistenza, fondata nel 1910 da padre Giovanni Battista Manzella con le suore Vincenziane. Una lunga vicenda conclusasi – dopo diversi anni di incertezza e preoccupazioni per il destino non solo dei lavoratori, ma anche degli anziani ospiti – lo scorso anno, quando la gran parte degli ospiti è stata trasferita in altre strutture.

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