La Nuova Sardegna

Governo: Calenda, 'Meloni l'ho criticata ma quando la condivido glielo dico'

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Roma, 29 ott. (Adnkronos) - "In politica la parola data porta la fiducia. Potevo essere ministro nel Conte 2, se avessi accettato l’appoggio dei cinquestelle, o nella consiliatura di Gualtieri. Ritengo che il lavoro con cui si può cambiare la politica italiana, non sia destra o sinistra, che hanno perso senso, fanno solo un lavoro ‘di rumore’, ma sia rimanere dove mi hanno messo gli elettori. La prima cosa che ci interessa è: se stai facendo cose utili al Paese, ed è nel nostro programma, io la voto, a prescindere da chi la stia realizzando". Così Carlo Calenda, leader di Azione, nell’intervista speciale ‘Faccia a Faccia’ in onda alle 22.30 su Rainews24. "Non voglio fare il grande centro - prosegue - ma un partito autenticamente liberaldemocratico. Se facessi il grande centro? Li chiamerei ‘volenterosi’, e lo farei con i riformisti come Gentiloni e Gori, con Emma Bonino, ma anche con personalità del centrodestra come Crosetto, Zaia e Giorgetti, non capisco come uno come Giorgetti possa stare nella Lega di Salvini e Vannacci. Con Lupi no, è espressione di comunione e liberazione…Con Tajani sì. Ma dovrebbe cambiare la sua classe dirigente". "Meloni l’ho criticata sull’appoggio a Trump, non condivido la sua contrarietà all’abolizione del diritto di veto in consiglio europeo…anche su Stellantis, non sta facendo niente, idem sulle bollette. Ma quando la condivido, glielo dico anche personalmente, ci sentiamo per messaggio anche se ha mille cose da fare, come ho sempre fatto con tutti, anche con i ministri, la stessa cosa facevo con Conte... perché non dovrei farlo?". "Schlein quando parla non la capisco, Meloni è più simpatica, parla direttamente, anche in romanesco, ovviamente è un gioco", conclude.
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