Il Cagliari assiste alla festa Juve
Le parate di Silvestri evitano la goleada, i bianconeri firmano il record di punti e di vittorie
INVIATO A TORINO. Una coreografia bellissima. Rovinata da uno striscione che recita: "Speziale libero". Tutto lo stadio fischia sonoramente e dopo pochi minuti scompare. Migliaia di bandiere tricolori che sventolano. L'urlo sale altissimo: i campioni dell'Italia siamo noi. La Juventus ripaga i propri tifosi giocando una partita determinata, concreta, chiudendola in un quarto d'ora con i gol di Pirlo e Llorente e arrotondando il punteggio con Marchisio. I bianconeri hanno fatto un solo boccone di un Cagliari (senza le super parate di Silvestri il passivo poteva essere ancora più pesante) andato a Torino per fare una gita e di conseguenza una brutta figura. Nessuno pensava che la squadra sarda potesse mettere il bavaglio ai più forti, ma almeno evitare di fare i camerieri alla festa dei campioni. Non è stato così. I rossoblù hanno chiuso il campionato con tre sconfitte. Una volta raggiunta la salvezza matematica, hanno mollato gli ormeggi. Un atteggiamento non gradito alla società e ai tifosi. La sensazione è che saranno in molti a fare le valigie.
Tutto scontato. Cagliari e Juventus mandano in campo le formazioni annunciate. Pulga aveva svelato gli undici già nella conferenza stampa della vigilia. Conte, che il giorno prima aveva lasciato il palcoscenico allo staff medico, sostituisce Chiellini con Ogbonna e l'infortunato Vidal con Marchisio. Pulga, che ha sei assenze importanti, manda in campo Perico e Avelar esterni difensivi, schiera Tabanelli a sinistra della linea di centrocampo, lascia Sau in panchina e dà spazio al rientrante Pinilla. Cossu (forse all'ultima con la maglia rossoblù) fa il trequartista.
Rossoblù molli. Sono passati solo 8' quando Pirlo delizia lo stadio con una delle sue stupende punizioni. Da circa 30 metri batte Silvestri, sfortunato nell'occasione perché la palla gli rimbalza addosso e finisce dentro dopo aver colpito la traversa. Si capisce subito che i bianconeri hanno tanti stimoli, vogliono assolutamente sfondare il muro dei 100 punti e battere ogni record. I rossoblù vanno in campo per onor di firma e subiscono. Troppo molle la squadra di Pulga (anche se ha due occasioni fallite da Ibarbo e Dessena) per pensare di opporsi a un avversario che in casa le ha vinte tutte. Un quarto d'ora e il risultato è già in ghiaccio col raddoppio di Llorente, complice una difesa del Cagliari immobile. Arriva anche il terzo gol, realizzato da Marchisio, ma se i sardi non vanno al riposo con altre reti sul groppone lo devono a Silvestri: almeno quattro le parate da campione.
Il tema non cambia. Pulga lascia negli spogliatoi un irriconoscibile Astori e mette dentro Bastrini, all'esordio. Il pallino è sempre nelle mani della Juventus, che spinta dal suo pubblico, non arretra di un metro nonostante il largo vantaggio. Il tempo scorre senza grandi sussulti, è una passerella bianconera. Il Cagliari fa lo spettatore compiacente, sperando che la Juve non affondi il coltello nella piaga. Conte concede la standing ovation a Buffon (dentro Rubinho) e Llorente (entra Osvaldo). C'è spazio anche per Ibrami che rilava uno spento Cossu.
Che festa! Arriva il fischio finale, i giocatori che sfilano in campo. Buffon riceve la coppa di uno scudetto stra-meritato, condito da una serie di record che difficilmente potranno essere battuti. Tra tutti i 102 punti. Una maglietta con questa scritta è stata indossata da tutta la squadra e da tutto lo staff tecnico a fine partita. E il Cagliari? La salvezza è arrivata ed è ciò che conta. Ma ha finito la stagione nel peggior modo possibile. Una macchia che non sarà facile "lavare". Il futuro è tutto da scrivere.
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