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Müller, Neymar, Messi un trio quasi da favola

di Pietro Oleotto
Müller, Neymar, Messi un trio quasi da favola

In porta brilla la stella di Ochoa, Robben va solo in panchina

28 giugno 2014
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INVIATO A RIO DE JANEIRO. Un Mondiale all’attacco. Alla faccia del catenaccio: così ti ritrovi in panchina il colombiano Cuadrado, il cileno Sanchez, il nigeriano Musa e, soprattutto, gli olandesi Robben e Van Persie. Ma anche senza queste star il 4-2-3-1 ideale è davvero atomico.

OCHOA. I miracoli contro il Brasile potrebbero procurargli un ingaggio in Europa dopo l’annata grigia con l’Ajaccio, in Ligue 1. Svincolato, 29 anni, è corteggiato da Liverpool, Arsenal, Monaco ed Espanyol.

JOHNSON. Terzino destro, come avrebbero detto una volta, ma di spinta, grandissima spinta. I tifosi italiani si scordino però un acquisto low-cost: il 27enne Fabian è tedesco di nascita e giocherà nel Borussia Mönchengladbach.

GODIN. Dopo sette anni di apprendistato in Spagna, tra Villarreal e Atletico Madrid, sembra essere diventato uno dei centrali più completi del mondo: sa giocare in marcatura, come se ne accorto Balotelli, sa segnare come ha fatto contro l’Italia nella gara decisiva.

KOMPANY. Il ct Wilmots, in attesa di Lukaku e Hazard, deve ringraziare in special modo la sua difesa e in particolare “The wall”, come lo hanno soprannominato i tifosi del Manchester City. Fulminei gli anticipi sull’attaccante di questo 28enne cresciuto nella periferia di Bruxelles.

BLIND. I consigli di papà Danny, seduto accanto al ct Louis van Gaal, evidentemente sono serviti. Il mancino Daley (24 anni appena compiuti) ed è un tipico giocatore di scuola Ajax per i fondamentali tecnici: il suo cross da metà campo per la testa e il gol di Van Persie alla Spagna è un picolo capoloro.

HERRERA. Altro giovane talento sfuggito ai club italiani. Mediano dai piedi buoni, orecchie a sventola modello Shrek, Hector è stato acquistato dal Porto per appena quattro milioni di euro. Già adesso vale il triplo.

MATUIDI. Madame et monsieur, la solidità fatta persona. Cresciuto in uno dei famosi centri federali francesi, quello di Clairefontaine, ora è una delle colonne del Psg dove nelle ultime due stagioni ha collezionato 18 gettoni in Champions League conditi da tre gol. Deschamps non poteva non accorgersene.

MÜLLER. A proposito di prodotti delle scuole calcio, stavolta tedesche: ecco uno che non se la cava male quando annusa l’aria del Mondiale. A 24 anni ne ha disputati due (uno e mezzo...) segnando nove gol in altrettante partite. E non è una punta pura, come sanno i tifosi del Bayern Monaco.

RODRIGUEZ. Lui invece viene da Monaco, il Principato. Il miliardario russo Rybolovlev ha scelto questo 22enne per rilanciare il club, pagando al Porto 70 milioni di euro in coppia con Moutinho, la scorsa estate. James è un giocatore universale ma sa anche fare gol come sanno Grecia, Costa d’Avorio e Giappone.

NEYMAR. Doveva essere il suo Mondiale e finora ha rispettato le attese, nonostante l’enorme pressione. Finora soltanto il Messico l’ha lasciato a secco: nella altre due gare, contro Croazia e Camerun, ha messo a segno altrettante doppiette.

MESSI. Ecco il mostro dei mostri. Dopo quattro palloni d’oro e 42 gol in 89 partite della nazionale, in patria si augurano che sappia portare di nuovo in alto l’Argentina. La partenza è stata sfavillante: quattro reti, una pesante e bellissima, quella sullo 0-0 al 91’ della sfida con l’Iran. Un gol che in Brasile mandano e rimandano alla tv. All’infinito. Onore al Nemico.

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