Mura: «Ogni varo è l’inizio di una sfida»
Il velista è pronto per ritentare l’assalto alla Route du Rhum con Vento di Sardegna: finalmente si lavora in mare
CAGLIARI. Ogni varo ha un significato e un'emozione diversi per Andrea Mura, che due giorni fa ha nuovamente messo in acqua Vento di Sardegna, con la benedizione di Gigi Riva, il quale ha tenuto a battesimo la rinnovata imbarcazione targata quattro Mori in procinto di partecipare per la seconda volta alla Route du Rhum, regata transoceanica in solitario tra la Francia e i Caraibi, in calendario ogni quattro anni: «Per me tutti i vari sono belli - dice Andrea Mura - perché segnano la fine dei lavori a terra della barca e l'inizio di quelli in mare. Per le imbarcazioni, di vari, in effetti, se ne fa solo uno ma io ne ho fatto già diversi soprattutto, è inutile negarlo, per motivi di visibilità. Ma, al di là di questo, mi piace coinvolgere tante persone, come accaduto sabato scorso al Porto Canale di Cagliari, dove hanno partecipato personaggi e autorità come il mitico Gigi Riva, la violinista Anna Tifu, il maratoneta Roberto Zanda, l'urologo Mauro Frongia, che nel loro campo hanno portato in alto il nome della Sardegna. Ho insomma voluto fare squadra con la condivisione di tante persone che hanno dato molto all'immagine della nostra isola».
Una festa, il nuovo varo di Vento di Sardegna, che il 2 novembre prossimo sarà a Saint Malo per partecipare alla Route du Rhum, una maratona sul mare molto impegnativa (3543 miglia) che porterà la flotta dal porticciolo della città bretone fino a Guadalupa, nell'arcipelago delle isole dei Caraibi. Una regata in solitario massacrante, che Andrea Mura ha vinto nel 2010: «E' una traversata difficile, soprattutto perché si svolge in condizioni meteo molto variabili - afferma lo skipper cagliaritano - ma che questa volta affronterò in maniera decisamente diversa: senz'altro con più consapevolezza e fiducia, confidando sull'esperienza accumulata nella regata di quattro anni fa. Innanzi tutto potrò contare su una barca più veloce, grazie anche alle nuove vele, e rinnovata tecnologicamente. Certo, rispetto al 2010, non saranno uguali le condizioni meteorologiche, quelle di quattro anni fa erano medie ma nell'edizione del 2002 durante la regata ci fu un uragano». Passione, identità e tecnologie: sono queste le tre parole con le quali Andrea Mura ha definito i valori della nuova impresa oceanica che si sta accingendo a compiere: «La passione è quella per la nostra terra - spiega il navigatore sardo -, per lo sport, per tutto quello che si fa senza pensare al denaro, che certamente serve ma non è importante. L'identità invece è quella per la bandiera: si corre per un ideale non per un brand che pretende risultati come avviene in altre discipline sportive, tipo il calcio e l'automobilismo. Infine, le tecnologie: la barca a vela significa carbonio, titanio, impiantistica. Elementi in funzione della resistenza e della ricerca per cercare di migliorare la performance della barca».
Sergio Casano